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70 vamente ai segnali di crisi. Vienemeno qualunque tipo di allerta pubblicistica con segnalazione al pubblico ministe- ro, e questa scelta aumenta le chance del risanamento precoce dell’impresa. La composizione negoziata della crisi consente all’impresa di avviare tempe- stivamente un percorso stragiudiziale, con l’assistenza di unprofessionista che ne garantisce la serietà; con soluzioni modulari adattabili alla specifica situa- zione dell’impresa stessa e con forme di tutela crescenti per i creditori, con cui giungere rapidamente al supera- mento della situazione di squilibrio e risanamento dell’impresa oppure alla liquidazione, riducendo i tempi delle procedure e migliorando l’efficienza complessiva del sistema concorsuale. La natura stragiudiziale di questa pro- cedura, oltre a rafforzare le possibilità di risanamento dell’impresa, contribuisce alla realizzazione dell’obiettivo della deflazione del contenzioso e della ri- duzione dei tempi dei processi, posto che seppure ad essa dovesse seguire l’apertura di una procedura concor- suale, la sua definizione sarebbe più rapida grazie all’attività di mediazio- ne tra gli interessi delle parti già svolta dall’esperto. Assonime già in altre sedi aveva evi- denziato la necessità di intervenire sul sistema di allerta come concepi- to nella formulazione originaria del Codice. Sì, ne avevamo segnalati i tratti one- rosi e punitivi, distanti dalla filosofia europea degli early warning tools. Il complesso delle nuove norme appare rispondere agli obiettivi cui gli stru- menti per l’emersione anticipata della crisi devono necessariamente tendere per garantire l’avvio di soluzioni rapi- de ed efficienti. Queste misure devono essere comprese e fatte funzionare con il supporto delle professioni (avvocati e commercialisti) e di tutti gli operatori economici. Per un po’ l’attività del legi- slatore si deve fermare e lasciare che la prassi facciaemergeregli istituti piùutili. Qual è il tuo giudizio, nel complesso, sulla legislazione d’emergenza varata dal Parlamento negli ultimi anni? Le misure emergenziali sono state fondamentali, non solo come sussidio immediato alle imprese, ma anche per- ché aprono a una visione di sistema. Con la riforma della riforma, condot- ta in porto dal Ministro Cartabia con il supporto della Commissione Pagni, si è affermato uno stretto collegamen- to tra gestione fisiologica e patologica dell’attività d’impresa. Non c’è più una netta separazione tra la fase in cui l’at- tività procede bene e una fase in cui l’impresa entra in crisi, gli istituti sono pensati per intercettare i primi segnali di crisi ed essere utilizzati per tempo, in virtù di un più pregnante ruolo previsto in tal senso dagli organi della società, amministratori e sindaci. Cambiamolto il tipo di monitoraggio sugli aspetti di business e finanziari, il controllo si fa quasi "predittivo". Se questo cambio di prospettiva viene correttamente at- tuato, si libereranno tempestivamente risorse che possono alimentare altri mercati, attivando un circolo virtuoso delle risorse economiche, mantenendo la migliore soddisfazione possibile dei diritti creditori. La deflazione del ricor- so alla giustizia, con i molti strumenti di composizione e accordo con i cre- ditori. Questa riforma va letta di pari passo con la più ampia riforma sulla Giustizia. Crisi e giustizia sono al centro degli impegni del PNRR che richiede il sostegno di tutti. Moratorie dei debiti, deroghe alle dichiarazioni d’insolvenza: misure forse necessarie ma hanno rappre- sentato anche una droga. Ora che si sta tornado alla normalità, con la fine annunciata delle misure d’emergen- za, non c’è il rischio di una “crisi di astinenza”? Gli istituti sono stati pensati anche per gestire un ritorno (si spera) alla nor- malità. Nella crisi dell’impresa i fattori determinanti sono: il fattore tempo e la corretta gestione delle molte soluzioni per la crisi. Ripongo grande fiducia nel funzionamento dei meccanismi inter- ni di intercettazione della crisi, per le imprese dove ci sono amministratori e controllori. Per le imprese più piccole sarà determinante l’approccio fiducia- rio di assistenza all’imprenditore cui sono preposti gli organismi di compo- sizione. Questi aspetti hanno bisogno di essere veicolati nel modo giusto e ci sarà ne- cessità di un’adeguata formazione per chi è componente degli organi societari e per i professionisti. Nel fattore tempo dovrebbero giocare positivamente an- che le riforme processuali e dell’ordina- mento che sono oggi in campo grazie al PNRR. "Nella crisi dell’impresa i fattori determinanti sono il tempo e la corretta gestione delle molte soluzioni" ›

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