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Ciò dovrebbe creare le premesse per il con- solidamento di un contesto favorevole all’in- tervento di operatori di private equity specia- lizzati nel rilancio delle aziende attraverso l’apporto di capitale di rischio e di compe- tenze manageriali. Veniamo al contesto di mercato, con riferi- mento alla presenza di operatori specializzati Il mercato italiano è storicamente caratteriz- zato da una presenza limitata di investitori specializzati nell’investimento ed il rilancio di aziende underperforming. In tale contesto nel 2021 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha lanciato il canale indiretto del Fondo Nazionale Ristrutturazioni Imprese (FNRI) nell’ambito del “Patrimonio Rilan- cio”, la cui gestione è stata affidata a Cassa Depositi e Prestiti, con l’obiettivo d’investire in fondi specializzati nell’investimento in aziende in temporaneo squilibrio patrimo- niale e finanziario con adeguate prospettive di redditività e con fatturato superiore a Euro 50milioni. Sulla base degli indicatori di bilan- cio degli ultimi tre anni il numero di aziende italiane che rispondono a tali criteri, e quindi potenziali target d’investimento, varia da 800 a 1.000. Tale strumento sta facilitando la na- scita di nuovi fondi con strategie riassumibili in tre categorie: fondi di debito, fondi ibridi e fondi di equity. I fondi di debito investono in situazioni di continuità di governance in cui la risoluzione delle cause della crisi richiede nuovi inve- stimenti per una limitata ristrutturazione. I fondi di equity turnaround si prestano a situa- zioni in cui oltre a nuove risorse finanziarie è necessario apportare nuovo management con nuove competenze e correggere gli errori gestionali che hanno portato alla crisi. I fondi ibridi tendono a investire in situazioni sia di continuità sia di discontinuità di governance con l’obiettivo d’investire indiversi strumenti della capital structure. Il FNRI ha finora approvato l’investimento in circa 10 nuovi fondi per circa Euro 100milioni ciascuno. L’investimento del FNRI in questi fondi è però limitato al 49% della dimen- sione totale di ciascun fondo. Pertanto, per completare la raccolta di risorse investibili, occorre che si consolidi anche la disponibilità dei principali investitori istituzionali italiani ad investire in tali fondi. Ciò potrebbe porta- re a mobilitare risorse complessive superiori a Euro 2 miliardi che consentirebbero nei prossimi 5 anni d’investire e rilanciare più di 100 aziende con fatturato superiore a Euro 50 milioni. Negli anni a venire occorre che ciascuno de- gli attori coinvolti continui a fare la propria parte per migliorare l’efficienza complessiva del sistema attraverso una sostenibile crea- zione di valore di lungo termine per tutti gli stakeholders. Le giuste premesse sembrano finalmente esserci. Sono tra le 800 e le 1000 le aziende italiane in temporaneo squilibrio patrimoniale ma con adeguate prospettive di redditività e fatturato superiore a € 50 milioni. B E | B AN K E R S 23

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