Be Bankers

Un paio di settimane dopo, il ricco e pio ebreo tornò all’osteria e l’oste poté restituirgli il suo biglietto da $100. Con stupore e sconcerto, il ricco ebreo prese il biglietto, lo incendiò alla lampada a cherosene che, inassenzadi elettri- cità, illuminava il tavolo, e usò la fiamma per accendere la sua sigaretta. Vedendo lo scon- certo dell’oste, il ricco ebreo rise e gli disse che il biglietto era comunque falso”. Questa storiella è come un kõan: invita a meditare. Io personalmente, che non capisco molto di economia, ne traggo tre insegna- menti. Il primo insegnamento è che laGrande Crisi Finanziaria è stata causata, forse, dalla mancanza di moneta al momento di quella che Minsky chiamava la “convalida del de- bito” e non tanto da insolvenze e frodi, come peraltro dimostrano i lauti profitti realizzati dalla Fed e dal Tesoro americano sui mutui cartolarizzati acquistati dal sistema bancario sotto il TARP (TroubledAssets Recovery Pro- gram); il secondo insegnamento è chemoney matters e che la teoria neoclassica secondo cui lamoneta sarebbe solo un “velo neutro”, che coprirebbe le cose che veramente conta- no (prodotti e servizi, ovverosia l’economia reale), non è coerente con il fatto che nel 2008 l’economia è stata salvata dalla mone- ta. Come disse Bernanke a un Senatore, che gli chiese cosa sarebbe successo se la Fed non fosse intervenuta con il suo pacchetto di salvataggio: «Se non lo avessimo fatto, non avremmo avuto un’economia il lunedì successivo». Il terzo insegnamento che traggo non lo ri- cordo, ma, infatti, vi ho avvertito che non ne capisco molto di economia. Mi rimane solo una domanda da fare agli eco- nomisti per domani: Can “it” happen again? Per favore, rispondete. E, allora, torniamo all’oggi: ci sono indizi per pensare fondatamente che siamo all’alba di una possibile recessione economica o peggio di una vera e propria crisi? Il grande economista polacco Kalecki sole- va raccontare una favola, che faceva, grosso modo così: “Nell’est della Polonia, lontano da qualsiasi connessione elettrica, in un im- poverito shtetl ebraico, i cui residenti erano intrappolati nel debito e vivevano a credito, arrivò un ricco e pio ebreo che si registrò all’o- steria locale, prestando attenzione a saldare anticipatamente il conto dell’hotel. Il venerdì, per evitare d’infrangere il divieto del sabato di portare denaro, consegnò in custodia all’oste un biglietto da $100. La denominazione del biglietto è significativa perché la valuta po- lacca, lo złoty, era stata ancorata al dollaro nel 1934 al tasso di 5,26 zł. per 1$. Gli sforzi per mantenere questa parità includevano restrizioni all’emissione di banconote. Da qui l’ampio ricorso al credito informale e al debito. All’alba di domenica, il ricco e pio ebreo lasciò l’osteria prima che l’oste avesse l’opportunità di restituire il biglietto. Dopo qualche giorno, l’oste decise che il ricco ebreonon sarebbe tornato. Così prese il bigliet- to da $100 e lo usò per saldare il suo debito con il macellaio locale. Il macellaio era contento e diede il biglietto a sua moglie per custodirlo. Lei lousò per pagare i suoi debiti conuna sarta locale, che confezionava abiti per lei. La sarta, anch’essa in debito, fu contenta di prendere i soldi per ripagare i suoi arretrati di affitto con il padrone di casa. Il padrone di casa fu felice di ottenere finalmente il suo affitto e diede i soldi per pagare la sua amante, che gli aveva concesso i suoi favori senza ottenere nulla in cambio per troppo tempo. L’amante fu felice perché ora poteva usare il biglietto per saldare il suo debito presso l’osteria locale dove affit- tava occasionalmente delle stanze. Così fu che il biglietto tornò infine all’oste. Nonostante non fosse avvenuto alcun nuovo scambio o produzione, né era stata creata al- cuna entrata, i debiti nello shtetl erano stati saldati e tutti guardavano al futuro con rin- novato ottimismo. Note bibliografiche Bernanke, B. (2010), Monetary policy and the Housing Bubble, Annual Meeting of the American Economic Association. Bertocco, G. (2015), La crisi e le responsa- bilità degli economisti, Milano; Florio A., Lossani, M., e Nardozzi, G. (2013), Dalla crisi finanziaria globale a nuove rego- le monetarie, Soveria Mannelli; Keynes, J. M. 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