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norme primarie e aspettative dell’Autorità di Vigilanza sul calendar provisioning) inmodo da riportare gli indicatori di rischiosità crediti- zia delle banche su livelli ritenuti “fisiologici” (nel 2018 l’EBAha definito una soglia del 5% di NPE ratio per distinguere le banche più vir- tuose dallemeno virtuose) hanno contribuito a rafforzare i presidi di prudenza adottati dalle banche sulleNPE. Si èdifatti registratounpro- gressivo innalzamento dei livelli coverage dei crediti deteriorati (in media il 50% del GBV a fine 2022, nonostante la minor incidenza percentuale di sofferenze rispetto al passato) che ha favorito la progressiva convergenza fra i valori di bilancio e i prezzi di mercato degli stessi crediti, consentendo l’accelerazio- ne delle azioni di derisking grazie anche allo sviluppo di un mercato secondario sempre più efficiente, cui hanno contribuito anche gli interventi pubblici (GACS in particolare, misura non più rinnovata a partire dallametà del 2022). In Italia si è progressivamente am- pliato il numerodi soggetti disposti a investire inNPE, favorendo la concorrenzanel settore a beneficiodel complessivo funzionamentodel mercato, e di servicer dediti alla gestione di tali asset. Tali soggetti dimercato oltre a esser- si altamente specializzati hanno lavorato con le banche con l’obiettivo comune di ridurre i rischi, sperimentando via via forme innova- tive di cessione di NPE (pro-soluto, fondi ad apporto, cartolarizzazioni con e senza garan- zia pubblica, esternalizzazione dei servizi di recupero, operazioni “miste” di cessione di NPE e delle relative strutture/società dedite al recupero delle stesse al fine di realizzare economie di scala); le soluzioni adottate han- no consentito alle banche di definire il giusto mix di interventi funzionali a traguardare gli obiettivi declinati nei propri Piani strategici in termini di impatti economici, ottimizzazione degli assorbimenti patrimoniali e rispetto dei target di NPE ratio. L’evoluzione normativa e lo sviluppo di varie soluzioni di mercato hanno inoltre permesso di organizzare operazioni di cessione di NPE multioriginator, dando anche alle banche minori la possibilità di ricorrere a forme tec- finite dallaCRR, dal quickfix e più ingenerale dalla CRR2 nell’ambito del più organico fra- meworkdi Basilea (la cui ultima release andrà in vigore a partire dal 2025) hanno favorito il rafforzamentopatrimonialedegli intermediari creditizi, aumentandone la resilienza; a fine 2022 il CET1rmedio delle banche nazionali si è attestato al 15,7%, ampiamente al di sopra delle soglie regolamentari. In sintesi, dopo un virtuoso percorso di pochi anni le banche italiane hanno attualmente inmedia robuste dotazioni di capitale e con- tenuti livelli di NPE ratio (assistiti fra l’altro da prudenti livelli di coverage), allineati alle medie europee. Questa situazione di contesto, assieme alle imponenti misure assunte con una rapidità senza precedenti da parte di tutte le Autori- tà europee e nazionali soprattutto nel corso del 2020 (politicamonetaria particolarmente accomodante, PNRR, interventi sulle regole di riscadenzamento del debito/forbereance, garanzie pubbliche su crediti erogati in co- erenza con quanto disciplinato dal tempo- rary framework, allentamento delle misure di capitale/liquidità delle banche per evitare la “prociclicità”) hanno consentito al siste- ma bancario di superare senza particolari difficoltà la crisi seguita all’emergenza sa- nitaria da Covid-19 e di continuare a fornire un adeguato supporto all’economia reale. Il mutato scenario derivante dal conflitto rus- so-ucraino, gli effetti negativi su famiglie e imprese derivanti dalla crisi energetica che ha contribuito a innalzare il tasso di inflazione su livelli storicamente elevati e la crescita dei tassi in conseguenza degli interventi restritti- vi di politicamonetaria dellaBCE, potrebbero comunque avere impatti negativi sulla capa- cità delle famiglie e delle imprese (soprattutto di alcuni settori) di sostenere il debito. A differenza del passato però, come detto, i fondamentali delle banche nazionali ed eu- ropee sono più solidi rispetto a quelli con cui hanno dovuto affrontare le precedenti crisi e sicuramente in gradomolto più che in prece- niche di deconsolidamento di NPE cui con maggioredifficoltà avrebberopotutoaccedere (inprimis cartolarizzazioni, anche assistiteda garanzia pubblica) amotivo della particolare complessità di alcune di tali strutture e dei costi particolarmente elevati in assenza di economie di scala. Contestualmente, gli interventi organizzativi e gestionali via via adottati dalle banche volti a migliorare le regole di accettazione in sede di origination, monitoraggio successivo, in- dividuazione precoce dello stato di difficoltà e gestione più efficace dei recuperi hanno consentito di costituire un più robusto presi- dio dei rischi creditizi, contribuendo da una parte a ridurre in prospettiva le probabilità di passaggio a default dei nuovi affidamen- ti e dall’altra ad adottare tempestivamente tutte le misure pure previste dal framework normativo nazionale in costante evoluzione finalizzate a tutelare e sostenere le imprese in difficoltà (si vedano da ultimo gli interventi in materia di composizione negoziata della cri- si). Tale evoluzione dei modelli organizzativi e gestionali è stata anche incentivata dagli in- terventi normativi in ambito europeo in tema di Loan Origination&Monitoring (cosiddetta “LOM”) e di New definition of default (co- siddetta “new DoD”), oltre che dalle nuove regole contabili IFRS9 che hanno introdotto più stringenti criteri di individuazione e va- lutazione in ottica prospettica di crediti in bonis “più vulnerabili” (cosiddetti “stage 2”) e dalle linee di policy emanate dalla BCE a partire dal 2017 sulle NPE (NPL Guidance e calendar provisioning in particolare). Questa azione “sinergica” dei regulator e dei vari attori dimercatocoinvolti ha consentitodi portare l’NPE ratio lordodelle banche italiane suvalori che afine2022 si sonoattestati inme- dia al di sotto del 3%(1,5%circa l’indicatore netto), con proiezione su livelli non superiori sulla fine del 2023 nonostante il nuovo con- testo macro-economico. Parallelamente alle azioni di derisking e di riorganizzazione della filiera del credito portata avanti dalle banche, lenuove e più stringenti regole sul capitale de- 46 B E | B AN K E R S

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