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salire oltre i livelli attualmente raggiunti, limi- tando così la capacità delle banche di suppor- tare l’economia reale. Tali considerazioni assu- mono particolare rilevanza in considerazione del peso che la stabilità del sistema bancario e finanziario risulta avere, a maggior ragione in un sistema come il nostro caratterizzato dalla forte interconnessione frabancheedeconomia reale, neimeccanismi di assegnazionedei giu- dizi agli Stati da parte delle principali agenzie di rating. Determinante in questa nuova fase risulta es- sere il ruolo di un’educazione finanziaria che, anche grazie al supporto specialistico delle banche e degli altri operatori specializzati del mercato NPE che hanno acquistato crediti deteriorati, contribuisca a facilitare l’accesso dei debitori in difficoltà alle diverse forme di intervento che l’attuale framework normativo metteadisposizionedi banchee clienti per po- ter prevenireo fronteggiareprecocementepos- sibili situazioni di crisi temporanead’impresa, con l’obiettivo di favorirne il risanamento in ottica “back to bonis”, ovvero per attivare in modo tempestivo ed efficiente interventi che consentano l’uscita ordinata dal mercato in caso di irreversibilità della crisi d’impresa, contenendo in tal modo i costi complessivi per l’intero sistema. denza di assorbire gli effetti di nuovi shock. Il consolidamentopoi di unmercato seconda- rio delle NPE e la permanenza di investitori nazionali ed esteri interessati ad investire in tale asset class potrebbero, come sperimen- tato nel più recente passato, contribuire a tenere sotto controllo gli indicatori di rischio delle banche nel caso di un eventuale peg- gioramento dei tassi di default, grazie alla possibilità degli stessi di accedere al mercato secondario attraverso le varie forme tecniche sinora sperimentate. In aggiunta, l’adozione entro fine 2023 da parte di tutti gli stati mem- bri dell’Unione delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative atte a con- sentire l’operatività transfrontaliera da parte di investitori in NPE e credit servicer (oltre che delle regole di policy in materia di best execution e l’adozione di template informa- tivi standardizzati utilizzabili da parte degli originator bancari per la trasmissione di dati e informazioni nelle operazioni di cessione dei portafogli) dovrebbe ancor più favorire il consolidamento di un mercato europeo, unico e armonizzato, dell’acquisto e gestione degli NPE, contribuendo a rendere – alme- no nelle intenzioni del regulator – il sistema finanziario ancora più efficiente e integrato, accrescendone la resilienza in caso di nuovi shock negativi. Nella su delineata situazione di contesto na- zionalee soprattuttoeuropeo, l’eventualeado- zionedimisure in favoredi imprese incrisi che includano anchemeccanismi che consentano ai debitori inadempienti di chiudere le proprie posizioni debitorie in via “transattiva” in oc- casione di operazioni di cessione, potrebbero avere l’effetto di indebolire il complessivo im- pianto sin qui progressivamente sviluppatosi nel mercato delle NPE. Più in generale, even- tuali nuovi interventi dovrebbero in ogni caso prevedere meccanismi atti a disincentivare la “credit delinquency”, situazione questa che potrebbe incidere negativamente sul busi- ness model delle banche, sul loro risk profile (e sull’asset quality inparticolare) e sul relativo livello di capitalizzazione qualora l’NPERatio e la risultante capital encumbrance dovessero B E | B AN K E R S 47

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