Be Bankers
Nei casi di frode, chi porta la maggiore re- sponsabilità sono le banche o, in generale, i prestatori di servizi di pagamento (PSP) per non aver posto in essere un efficace sistema di protezione? Oppure sono i loro clienti a doversi rimproverare per essere stati incauti? Dipende, e queste vicende - segnala l’ABF nel suo ultimo report - alimentano un con- tenzioso tra banche e loro clienti che, sebbe- ne in calo (-11% nel 2024 rispetto all’anno precedente), continuano a rappresentare un elemento di attenzione nel contenzioso ABF (30% del totale). L’Arbitro Bancario fornisce un’articolata casistica delle diver- se fattispecie precisando il senso delle pro- prie pronunce. Ad esempio, in un bonifico ciò che importa è il numero dell’IBAN e le banche non hanno l’obbligo di “verificare la corrispondenza fra il nominativo del be- neficiario e quello del titolare del conto di accredito”. In generale, “quando il cliente individua un’operazione di pagamento che non ha autorizzato e la disconosce, fatta salva l’opportunità di denunciare l’acca- duto alle forze dell’ordine, l’intermediario è di regola tenuto a rimborsarne l’impor- to immediatamente (al più tardi entro la fine della giornata operativa successiva a quella in cui riceve il disconoscimento). Il PSP non è responsabile se prova: (a) che l’operazione è stata autenticata, corretta- mente registrata e contabilizzata e non ha subito le conseguenze del malfunziona- mento delle procedure necessarie per la sua esecuzione; e (b) che il cliente ha agito in modo fraudolento oppure, con dolo o colpa grave, non ha adempiuto ai propri obblighi. Il cliente deve, infatti, utilizzare lo strumento di pagamento secondo i termini contrattuali, proteggere le credenziali di sicurezza perso- nalizzate e comunicare in modo tempestivo la perdita di possesso della carta”. B E | B AN K E R S 23
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