Be Bankers
I numeri parlano (e non scherzano) Non stiamoparlandodimanovre cosmetiche. I dazi americani hanno raggiunto una me- dia del 20,1% secondo Wto e Fmi, il livello più alto dal 1910, con l’imposta media sui prodotti importati che è salita al 18,3%. Le tariffe variano drammaticamente: 15% per l’Europa, 10%per il RegnoUnito, fino al 50% per India e Brasile. L’Europa, che se ne stava tranquilla con le sue barriere allo 0,9%, si è trovata improvvisamente nel mirino di una politica commerciale che ha poco di commer- ciale e molto di bellico. Per l’Italia, le stime parlano di una perdita di PIL tra lo 0,2 e lo 0,3%. Può sembrare poco, ma moltiplicatelo per un’economia da 2000 miliardi e capirete che stiamo parlando di miliardi di euro che se ne vanno in fumo. E questo è solo l’inizio, perché quando parte l’escalation tariffaria, nessuno sa più dove fermarsi. Le banche , con la loro capacità di creare moneta, potrebbero diventare i veri architetti di un nuovo equilibrio mondiale, finanziando crescita reale anziché bolle speculative. Il genio incompreso di BrettonWoods Eppure, c’era stato chi aveva previsto tutto. Nel 1944, mentre a BrettonWoods gli ameri- cani imponevano il loro sistema monetario, JohnMaynard Keynes aveva messo sul tavo- lo un’alternativa rivoluzionaria: la Clearing Union. Non una banca, ma un meccanismo di compensazione internazionale basato su una valuta virtuale, il Bancor. Il funzionamento era di una semplicità disar- mante: esporti e accumuli crediti in Bancor, importi e li spendi. Ma – e qui stava il colpo di genio – nessuno poteva accumulare squi- libri cronici. Chi andava troppo in surplus si beccava penalità: apprezzamento della valuta, interessi sui crediti in eccesso, obbli- go di trasferire risorse a fondi comuni per lo sviluppo. Chi finiva troppo in deficit subiva svalutazioni e interessi passivi. Non si trattava di una moneta unica come l’euro, che sostituisce le valute nazionali, ma di una moneta comune: uno strumento di compensazione che lasciava intatte le so- vranità monetarie dei singoli paesi. Era un sistema che penalizzava entrambi gli estremi, perché Keynes aveva capito una cosa, che oggi sembra dimenticata: i surplus eccessi- vi sono dannosi quanto i deficit cronici. Chi accumula troppo sottrae domanda al sistema globale, chi spende troppo lo destabilizza. La soluzione non era punire solo una parte, ma riequilibrare il tutto. L’America che non fu Naturalmente, gli Stati Uniti del 1944 non ne vollero sapere. La storia racconta che l’egemonia del dollaro fu inserita all’ultimo minutoda una “manina insidiosa”, senza che Keynes avesse nemmeno il tempo di leggere l’emendamento che stravolgeva tutto il suo progetto. Avevano appena vinto una guerra mondiale, la loro industria girava a pieno regime, il dollaro era forte come non mai. 28 B E | B AN K E R S
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