Be Bankers
“Gli approcci degli Stati Uniti e dell’Unione Europea alla regolamentazione dei mercati crypto rivelano una divergenza strategica fondamentale. Infatti, il GENIUS Act si con- centra esclusivamente sulle stablecoin di pagamento private denominate (esclusiva- mente) indollari, privilegiando rapidità d’im- plementazione attraverso regole minime, presidi prudenziali rigorosi e supervisione ar- ticolata. Il Regolamento UE c.d. MiCA (2023, con piena applicazione dal dicembre 2024) adotta, invece, un approccio ampio e armo- nizzato per diverse tipologie di crypto-asset. Le divergenze tra i due lati dell’Atlantico ri- flettono strategie geopolitiche antitetiche: gli USA perseguono un vantaggio competitivo immediato per consolidare il predominio nei pagamenti internazionali, trasformando ogni stablecoin in estensione digitale del sistema monetario statunitense, mentre l’UE lavora a unmodello potenzialmente esportabile per integrazione progressiva dei crypto-asset che non rientrano nella regolamentazione del settore finanziario nell’alveo della finanza tradizionale”. L’approccio europeo alla regolamentazione dei crypto-asset prima dello sviluppo del mercato in UE rischia di scoraggiare l’innovazione? L’articolata architettura normativa europea, con i suoi numerosi atti di secondo e terzo li- vello, solleva inevitabilmente preoccupazioni sulla capacità dell’UE di mantenere compe- tenze innovative. Tale complessità può ap- parire particolarmente sfidante per operatori privi di strutture di compliance consolidate. Tuttavia, MiCAR nasconde opportunità stra- tegiche significative. Il regolamento offre agli operatori europei, specialmente agli inter- mediari finanziari autorizzati, la possibilità di sviluppare modelli integrati attraverso la convergenza con MiFID II e il Regime Pilota sulla Distributed Ledger Technology (DLT), la tecnologia del registro distribuito. Questa integrazione consente di operare simultane- amente su strumenti finanziari e crypto-asset regolamentati, generando economie di scopo per chi naviga efficacemente la complessità normativa. Il framework crea un ambiente competitivo differenziato dove gli operatori consolidati beneficiano di economie di scala, mentre i nuovi entrantimantengono vantaggi di specializzazione. La sfida principale rima- ne nell’attrarre i grandi operatori internazio- nali verso la regolamentazione europea. La divergenza tra la regolamentazione USA ed EU sulle stablecoin sembra contrastare con le raccomandazioni del Financial Stability Board (FSB) in tema di concertazione/coordinamento delle regolamentazioni e supervisory framework su stablecoin. Ma i mercati globali non presuppongono un contesto normativo omogeneo? Questa divaricazione regolatoria tra USA ed Europa contrasta palesemente con le racco- mandazioni che l’FSB ha prodotto nel 2023 e 2024, volte a favorire la convergenza di supervisione dei mercati crypto-asset, spe- cialmente per le stablecoin sistemiche. L’FSB riconosce infatti la natura intrinsecamente transfrontaliera di queste attività emira a evi- tare effetti-domino globali e contagio verso il sistema finanziario tradizionale, auspicando una copertura regolamentare di tutti i cryp- to-asset, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, compresi quelli operanti attraverso protocolli DeFi. Paradossalmente, sia MiCAR che GENIUS Act presentano lacune significative rispetto a queste indicazioni FSB. Entrambi i fra- mework non contemplano, infatti, lo svi- luppo di protocolli informatici, la gestione dell’infrastruttura di base, l’uso di crypto-as- set come garanzia o i prestiti crypto. La sostenibilità di approcci così divergenti ap- pare problematica, considerando che l’inter- connessione crescente dell’ecosistema crypto con il sistema finanziario tradizionale potreb- be trasformare il fallimento di partecipanti chiave delle stablecoin in sfide per la stabilità finanziaria globale, esattamente il rischio che le raccomandazioni FSBmirano a prevenire. I mercati globali richiedono effettivamente un contesto normativo omogeneo, in assenza del quale le forme di vigilanza coordinata diventano largamente inefficaci. Nel cercare d’imporre il suo predominio sui mercati dei crypto-asset, dando luogo a una competizione regolamentare tra giurisdizioni “alleate”, la strategia USA non rischia di favorire una frammentazione dei mercati dannosa, alla fine, per tutti? Le implicazioni sistemiche di questa strategia di controllo si manifestano attraverso dina- miche temporali differenziate che meritano un’analisi articolata. Nel breve termine, la di- vergenza regolatoria potrebbe produrre effet- ti di arbitraggio che favorirebbero le giurisdi- zioni offshore. Nel medio termine, il rischio principale sarebbe la formazione di faglie strutturali lungo i confini delle giurisdizioni. Da un lato si svilupperebberomercati crypto che si muovono secondo logiche di rapidità competitiva e assimilazione nei mercati dei capitali (modello USA); dall’altro, mercati caratterizzati da approcci più cauti fondati suprincipi di stabilità e armonizzazione (mo- dello EU). Questa biforcazione rischierebbe di creare due ecosistemi paralleli con moda- lità e velocità di adattamento divergenti, pur mantenendo sistemi finanziari tradizionali che rimangono interconnessi. Nel lungo periodo, l’assenza di convergen- za potrebbe portare l’architettura finanziaria internazionale a svilupparsi in modo fram- mentato, con silos regolamentari differenziati e aree deregolamentate. Come sottolineato dalla BCE, questa configurazione potrebbe minare la politica monetaria dell’area euro e aprire la strada a forme invasive di arbi- traggio regolamentare, aumentando i fattori non controllabili di vulnerabilità sistemica e contagio transnazionale. 32 B E | B AN K E R S
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