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acquisire il bene o l’azienda posti a garanzia, facilitare un accordo con il debitore o ancora garantire continuità aziendale. Sono operazioni che richiedono professio- nalità esterne al mondo del recupero crediti. Non a caso, quando si è tentato di gestirle direttamente (vedi REOCO), spesso i risultati sono stati negativi. Il valore della triangolazione Le nostre esperienze con vari istituti bancari supportano la convinzione secondo cui i mi- gliori recuperi nascono dalla triangolazione banca – debitore a sofferenza – terzo interes- sato al bene. Quando tutte le parti accettano di rinunciare a qualcosa, la posizione viene chiusa in ma- niera equilibrata e sostenibile. Molte volte, la chiave è proprio la cessione del credito. Le norme come bussola Per analizzare al meglio l’attuale situazione conviene tornare sulle norme e rileggerle. L’articolo 1260 C.C. recita: “Il creditore può trasferire a titolo oneroso o gratuito il suo credito anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere stretta- mente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge”. Con il D.L. 116/2024 che, in ossequio alla normativa europea, ha sostanzialmente li- beralizzato l’acquisto dei crediti bancari a sofferenza, il quadro è stato ulteriormente e definitivamente chiarito: si tratta di un’atti- vità pienamente lecita, oggi ancor più che in passato, anche quando svolta a titolo profes- sionale e continuativo. Uno strumento prezioso per le ristrutturazioni La cessione del credito trova grande appli- cazione anche nelle ristrutturazioni. Un sog- getto a sofferenza difficilmente può essere rifinanziato e quindi è impensabile che una banca gli offra nuova provvista per chiudere altre esposizioni. Nulla impedisce, invece, che una banca si renda cessionaria degli altri crediti finanziari e li ristrutturi attraverso gli strumenti previsti dal Codice della Crisi. Eppure, anche in questo ambito, le resistenze dei servicer restano forti: lo abbiamo verifica- to anche in Banca Finint misurandoci in ope- razioni che avrebbero avuto una definizione più semplice se appunto i servicer avessero accettato di utilizzare questi strumenti. Conclusione La cessione del credito non è uno strumento da demonizzare. È legale, flessibile e funzio- nale, e può rappresentare una via efficace per chiudere posizioni complesse, facilitare accordi e consentire recuperi più efficienti. Rivalutarla significa restituire al mercato un’opportunità che il Codice Civile offre da sempre e che, se applicata con buon senso, può far vincere tutti – pur nella consapevo- lezza che ciascuna parte dev’essere pronta a cedere qualcosa. La cessione del credito può far vincere tutti . B E | B AN K E R S 57
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