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L’opportunità da un miliardo La stima di 830 milioni di euro è “conser- vativa” perché considera solo i prestiti bancari alle imprese. Includendo famiglie e intermediari non bancari, il beneficio po- trebbe superare il miliardo di euro annuo. Ma attenzione: questi vantaggi non sono automatici bensì il risultato di una gestione consapevole e professionale dei dati cre- ditizi. Ogni responsabile finanziario, an- che delle PMI, dovrebbe avere accesso a report periodici sulla propria posizione in Centrale Rischi. In questo contesto, risulta fondamentale il ricorso a piattaforme spe- cializzate nella rielaborazione professiona- le di tali dati. Strumenti come questi (per esempio: www.centrarisk.it ) permettono di trasformare i dati grezzi della CR in analisi strutturate, simulazioni di scenario e report personalizzati che parlano la stessa lingua del sistema bancario. La differenza tra avere i dati e saperli inter- pretare è sostanziale: significa passare da una posizione passiva nella negoziazione creditizia a un approccio proattivo basato su evidenze concrete e scenari predittivi. Il futuro è già qui La Centrale Rischi italiana è diventata un modello per l’Europa. AnaCredit, il databa- se creditizio dell’Eurozona, si basa proprio sull’esperienza italiana iniziata nel 1964. Siamo stati pionieri di una rivoluzione di- gitale che oggi vale miliardi. Questa leadership tecnologica non è ca- suale: deriva da una visione lungimirante che ha compreso, già negli anni Sessanta, l’importanza della condivisione informati- va per la stabilità del sistema finanziario. Oggi, mentre altri paesi stanno ancora svi- luppando sistemi simili, l’Italia può vantare oltre mezzo secolo di esperienza nella ge- stione e nell’analisi dei dati creditizi. L’evoluzione continua del sistema, con l’integrazione di nuove tecnologie e meto- dologie analitiche, garantisce che questo vantaggio competitivo non solo si manten- ga nel tempo, ma si rafforzi ulteriormente. Gli algoritmi di rating: il cuore pulsante del sistema Un aspetto spesso sottovalutato riguarda il peso della Centrale Rischi negli algoritmi di rating utilizzati dalle banche. L’andamento riportato in CR rappresenta uno dei fattori più rilevanti nella determinazione del me- rito creditizio di ogni soggetto censito. Questo significa che una gestione ottimale della propria posizione in Centrale Rischi non si traduce solo in tassi più bassi, ma influisce direttamente sulla probabilità di ottenere finanziamenti e sulla velocità dei processi d’istruttoria. Un’impresa con un profilo CR ottimizzato può accedere a linee di credito altrimenti precluse e beneficiare di procedure semplificate. L’automazione crescente dei processi de- cisionali bancari amplifica ulteriormente questo effetto: gli algoritmi di machine le- arning utilizzati dalle banche attribuisco- no peso crescente ai dati standardizzati e affidabili come quelli della CR. L’era delle asimmetrie informative sta fi- nendo e le imprese che sapranno sfruttare il potere dei dati creditizi avranno un vantag- gio competitivo decisivo, mentre quelle che continueranno a ignorare questo patrimo- nio informativo rischiano di autoescludersi da opportunità di finanziamento sempre più selettive. La trasformazione digitale del sistema ban- cario sta accelerando questo processo: i big data, l’intelligenza artificiale e gli algoritmi predittivi stanno ridefinendo i criteri di va- lutazione del rischio di credito. In questo scenario, la Centrale Rischi rappresenta l’ancora di salvezza per mantenere un dialogo paritario con il sistema finanziario. Conclusioni: dal dato all’azione Lo studio di Banca d’Italia ha finalmente quantificato quello che molti professionisti del settore intuivano da tempo: la Centrale Rischi è molto più di un semplice archivio. È un ecosistema informativo che genera valore economico misurabile e sostanzioso per il sistema produttivo italiano. Tuttavia, la semplice presenza in questo sistema non è sufficiente. È necessaria una strategia di gestione attiva dei dati, suppor- tata da competenze specifiche e strumenti adeguati: solo così le imprese potranno trasformare questo patrimonio informati- vo in concrete opportunità di risparmio e crescita. Il messaggio che emerge con forza dai nu- meri è chiaro: nell’economia digitale, l’in- formazione è potere. E l’Italia, con la sua Centrale Rischi, possiede da decenni uno degli strumenti più potenti per trasformare l’informazione in vantaggio competitivo. B E | B AN K E R S 63

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