Challenger Bank al capolinea? Analisi di MF sul processo di consolidamento in atto nel mondo del credito

Secondo il giornale, quel modello di credito, proliferato al tempo dei tassi zero, è finito nel mirino della Banca d’Italia

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Da illimity a Banca Sistema, tramonta l’era delle challenger bank proliferate con i tassi zero. È, in sintesi, la conclusione di una lunga analisi pubblicata da MF, secondo cui l’aumento dei tassi d’interesse deciso nel 2022 dalla BCE è stato fatale per molte start-up del credito, su cui si sta esercitando una crescente pressione da parte dell’autorità di vigilanza.

Gli ispettori della Vigilanza di via Nazionale hanno acceso un faro sul business degli istituti nativi digitali, costringendoli a una serie di rettifiche che, nel caso di illimity, hanno portato i conti in rosso. Nasce così la spinta al consolidamento, motivata anche da logiche industriali.

«Le challenger bank sono figlie di un’altra epoca, quella dei tassi zero, e nascono per trovare una soluzione alla conseguente compressione dei margini e agli alti costi sostenuti per mantenere le filiali e pagare il personale», ha spiegato Dario Spoto, partner di KPMG Corporate Finance. «Si è diffuso così un diverso modello di banca, focalizzato sul digitale. Con un duplice vantaggio: capacità di fare funding più ampia, basata su piattaforme tecnologiche, e una maggiore facilità nel raggiungere i clienti, soprattutto quelli che preferivano bypassare la filiale».

Ne è scaturito un nutrito gruppo di banche digitali, fondate da professionisti di lungo corso, come nel caso di illimity di Corrado Passera, di Banca Sistema di Gianluca Garbi e di Cherry Bank di Giovanni Bossi. Oppure controllate da fondi, ad esempio CF+ (Elliott) e Banca Progetto (Oaktree). Secondo la sesta edizione del Digital Banking Maturity di Deloitte, le realtà attive in Italia a fine 2023 erano una ventina e avevano un tasso annuo di crescita composto dei depositi tra il 2019 e il 2023 di circa il 50%: oltre dieci volte il 4% delle banche tradizionali.

Poi lo scenario si è capovolto in poco tempo. «Diversi business, come la specialized finance, sono finiti sotto pressione dopo alcune modifiche regolamentari che hanno avuto ripercussioni anche sulla dotazione di capitale e sulla possibilità di operare credito», ha commentato Luigi Mastrangelo, senior partner di Deloitte e Financial Services Industry Leader. «In concomitanza è sorto il tema della liquidità. Molte challenger bank non hanno una raccolta diretta e sono rimaste esposte alla stretta della BCE. A ogni rialzo dei tassi è cresciuto di pari passo il costo della raccolta, con evidenti ricadute sul conto economico».

Smart Bank è una delle principali vittime del giro di vite di Francoforte ed è finita in amministrazione straordinaria a dicembre 2023. L’ex Banca del Sud non ha saputo gestire il rischio tassi, perché per fare provvista ha iniziato a offrire l’8% su depositi a cinque/sette anni su canali internazionali. L’operazione si è rivelata insostenibile per l’assenza di strumenti con rendimenti più alti su cui reinvestire.

Al seguito di queste difficoltà sono arrivate le OPA, come nel caso di illimity, acquistata in questi giorni da Banca Ifis. In queste ultime ore è entrata nel risiko anche CF+ con un’OPA su Banca Sistema. Anche la challenger bank specializzata nel factoring e nella cessione del quinto aveva riscritto il bilancio a fine dicembre. La colpa è della stretta europea sulla nuova definizione di default, che costringe a riclassificare in scaduti anche i crediti in bonis verso la PA con una dilazione nei pagamenti superiore a 90 giorni. Questo nonostante lo Stato sia considerato da tutti un pagatore sicuro.

La stessa sorte è toccata a BFF Bank, particolarmente penalizzata in Borsa nel maggio 2024 dopo l’intervento di Palazzo Koch. Banca Progetto merita una menzione a parte. La challenger bank del fondo Oaktree è stata commissariata da Banca d’Italia dopo l’indagine del Tribunale di Milano su alcuni prestiti con garanzia statale concessi a società considerate dalla magistratura vicine alla ’ndrangheta. Anche per Banca Progetto si prospetta una ricapitalizzazione da parte di Oaktree in cordata con il fondo JC Flowers. Oppure uno spezzatino, con la bad bank affidata a MCC e i crediti più semplici da riscuotere contesi da BFF e AideXa. A differenza degli altri, la challenger bank fondata dall’ex DG di Unicredit Roberto Nicastro ha deciso di concentrarsi su un solo business: i prestiti alle PMI.