BCE, requisiti patrimoniali stabili per il 2026: il sistema bancario tiene nonostante le tensioni globali

Dallo SREP 2025 emerge un settore solido, mentre la vigilanza per il triennio 2026-2028 punta su resilienza geopolitica e forza operativa

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La BCE conferma la stabilità dei requisiti patrimoniali per il 2026 e lo fa diffondendo i risultati completi dello SREP 2025 (Supervisory Review and Evaluation Process), che ha coinvolto 105 banche sotto la sua vigilanza diretta e che restituisce la fotografia di un settore ancora capace di tenuta, nonostante uno scenario internazionale tutt’altro che semplice.

La BCE spiega che le banche dell’area euro continuano a mostrare basi solide: il capitale CET1 medio resta al 16,1%, il coefficiente di leva al 5,9% e il totale capitale al 20,2%, mentre la liquidità rimane abbondante, con un LCR (Liquidity Coverage Ratio) che viaggia al 158% e un NSFR (Net Stable Funding Ratio) stabile al 127%, a conferma di un accesso agevole a finanziamenti sia al dettaglio sia all’ingrosso.

Anche la redditività sorprende in positivo: il ROE sale al 10,1% nel secondo trimestre 2025, sostenuto dal margine di interesse e dalle commissioni, e la qualità del credito mostra un livello di NPL contenuto all’1,9%, pur con alcune pressioni residue nel comparto immobiliare non residenziale e nei prestiti alle PMI.

In questo contesto la BCE decide di mantenere invariati i requisiti patrimoniali di CET1 all’11,2% e quelli di secondo pilastro all’1,2%, mentre gli orientamenti non vincolanti scendono dall’1,3% all’1,1% sulla scia degli esiti della prova di stress europea, che segnala perdite più elevate ma anche una migliore capacità delle banche di assorbirle grazie a profitti maggiori. L’azione di vigilanza, pur restando incisiva, si fa più selettiva: le misure qualitative diminuiscono del 30% rispetto all’anno precedente e si concentrano su rischio di credito, governance, adeguatezza patrimoniale e rischio operativo, con particolare attenzione ai sistemi IT, alla continuità operativa e al rafforzamento dell’ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process).

Le valutazioni SREP registrano un lieve miglioramento complessivo dei punteggi, anche se un quarto degli istituti resta nelle categorie più deboli e non mancano interventi mirati, come le maggiorazioni per accantonamenti insufficienti sui crediti deteriorati o per eccessiva leva finanziaria, applicate rispettivamente a 10 e 14 banche.

Guardando al triennio 2026-2028, la BCE delinea priorità di vigilanza che riflettono le tensioni geopolitiche e un mercato finanziario in rapida trasformazione. La prima riguarda la capacità delle banche di mantenere criteri prudenti di concessione del credito, adeguata capitalizzazione in linea con il CRR3 e una gestione più consapevole dei rischi climatici e naturali. La seconda punta invece a rafforzare la resilienza operativa, colmando le lacune nei sistemi informatici e nella qualità dei dati, un’area diventata decisiva in un ecosistema sempre più digitalizzato e in cui gli operatori non bancari acquisiscono peso crescente.

A completare il quadro c’è la riforma del processo di vigilanza, che punta su efficienza e trasparenza: decisioni SREP consegnate con un mese di anticipo, documenti più sintetici e una nuova metodologia per i requisiti P2R che entrerà in vigore nel 2026. Un segnale che la vigilanza europea non solo mantiene alta l’attenzione, ma evolve per affrontare un contesto in continuo mutamento.

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