Banca Progetto: sale da 400 ad oltre 500 milioni il costo del salvataggio

Il conto del salvataggio della banca specializzata in prestiti garantiti dallo Stato a piccole e medie imprese cresce rapidamente

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Sale il conto per salvare Banca Progetto, banca specializzata in prestiti garantiti dallo Stato a piccole e medie imprese, commissariata nel marzo scorso. Dai 400 milioni stimati fino a poche settimane fa, ora le valutazioni più aggiornate indicano una cifra anche superiore ai 500 milioni necessaria per ricapitalizzare la banca all’indomani della cessione di asset deteriorati e dalle conseguenti rettifiche di capitale. Lo scrive MF riferendosi all’attività dei commissari Lodovico Mazzolin e Livia Casale, già impegnati in un’analisi approfondita dell’attivo e che hanno effettuato ulteriori perizie alla luce dei primi contatti con i potenziali compratori. In lizza per aggiudicarsi un importante portafoglio di circa 1,3 miliardi di crediti deteriorati, sono Amco (società che fa capo al Mef) ed alcuni altri importanti operatori del settore.

La valutazione di quei crediti è particolarmente delicata in considerazione del fatto che Banca Progetto è sotto indagine per presunti finanziamenti a società riconducibili alla ‘ndrangheta. Pertanto, una parte del suo portafoglio crediti potrebbe non godere più della garanzia pubblica perché i finanziamenti sarebbero stati erogati in modo scorretto. Per dare un’idea di quanto il «garantito» pesa nel bilancio della banca, basta pensare che solo nel 2023, su nuovi prestiti per 2.764 milioni, 2.117 beneficiavano della copertura del Fondo di MCC e 646 dell’ombrello di Sace.

Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, le analisi più approfondite avrebbero portato alla luce ulteriori svalutazioni. «Le valutazioni aggiornate – spiega il giornale – tengono conto non solo della qualità dei crediti ma anche del deterioramento del contesto macroeconomico e delle minori aspettative di recupero». Collegata a questa partita c’è la seconda parte del piano di salvataggio. Una volta completata la pulizia del bilancio con la cessione dei crediti deteriorati, sarà infatti necessaria una ricapitalizzazione per ricostituire i coefficienti patrimoniali dell’istituto di credito.

Secondo il piano di salvataggio concordato nelle scorse settimane sotto la regia della Banca d’Italia, interverrà in prima battuta il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), che poi cederà la partecipazione alle cinque principali banche italiane – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM, Montepaschi e Bper – mantenendo per sé una quota del 9,9 per cento. Il fondo Oaktree, attuale proprietario di Banca Progetto – fa ancora presente MF – resterebbe invece escluso dall’aumento con conseguente diluzione della sua quota. Il fatto che le maggiori perdite sul portafoglio crediti comporterebbero un aumento della ricapitalizzazione da 400 milioni ad oltre 500 milioni naturalmente preoccupa gli istituti coinvolti nel salvataggio, anche se, per il momento – conclude l’articolo – nessuno si è tirato indietro.

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