Investimenti digitali in Italia: nel 2026 +1,8% ma serve un vero cambio di passo

Open Innovation e Intelligenza Artificiale crescono nelle aziende italiane, ma risorse e competenze restano il nodo da risolvere

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Nonostante la crescita dell’economia italiana proceda a passo lento, con il Pil che dovrebbe segnare lo 0,6% nel 2025 e lo 0,8% nel 2026, gli investimenti in innovazione digitale continuano a muoversi in territorio positivo.
Secondo gli ultimi dati degli Osservatori Startup Thinking e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano, nel 2026 il budget ICT delle imprese italiane crescerà dell’1,8% rispetto all’anno precedente, confermando una tendenza in atto ormai da un decennio.
A trainare questa crescita sono in particolare le piccole e medie imprese, che segnano aumenti rispettivamente del 3,3% e del 5,2%, anche grazie agli stimoli del PNRR.

Il digitale è ormai percepito come centrale per la competitività, e l’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale è palpabile, ma la capacità reale di investire rimane un freno: il 44% delle aziende indica la scarsità di risorse economiche come l’ostacolo principale all’innovazione.
Tra le grandi imprese, la sicurezza informatica resta la priorità assoluta, citata dal 65%, seguita dall’Intelligenza Artificiale (57%), con applicazioni sempre più diffuse di Generative AI e Agentic AI. A seguire ci sono Big Data e Business Intelligence (49%) e Cloud migration e governance (35%). Nelle PMI, invece, i focus principali restano sicurezza informatica (45%), Industria 4.0 (37%), Cloud (32%) e sistemi ERP (30%).

L’Open Innovation coinvolge l’86% delle grandi aziende, ma resta principalmente inbound, con collaborazioni esterne con università, centri di ricerca e startup, mentre le iniziative outbound, per valorizzare le idee interne, sono ancora limitate e poco misurabili. Come sottolinea Alessandra Luksch, direttore degli Osservatori, «tra imprese e startup c’è consapevolezza, ma mancano le risorse e le competenze per trasformare le idee in impatti concreti. Servono investimenti mirati, formazione inclusiva e un ecosistema di innovazione più solido».

Sul fronte organizzativo, solo un terzo delle aziende ha una strategia di innovazione formalizzata e il 40% una Direzione Innovazione; ruoli come Innovation Manager si diffondono, ma budget dedicati restano una sfida.
L’Intelligenza Artificiale emerge come motore chiave, accelerando creatività e qualità delle idee, ma l’adozione resta complicata per carenza di competenze e difficoltà di integrazione. In sintesi, l’Italia avanza nel digitale, ma servono coraggio, pianificazione e capacità di misurare i risultati per trasformare gli investimenti in reale competitività.

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