PMI: +58% i fallimenti rispetto al 2023, dice Federsviluppo

Nel primo semestre 2024 boom di fallimenti e liquidazioni tra le piccole e medie imprese, con livelli tornati a quelli pre-pandemici

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«Nel 2024, l’Italia ha registrato un significativo aumento dei fallimenti tra le piccole e medie imprese (PMI), segnando un ritorno ai livelli pre-pandemia. Nel primo semestre del 2024, i fallimenti delle PMI sono aumentati del 58,8% rispetto allo stesso periodo del 2023, raggiungendo numeri simili a quelli del primo semestre 2019». È quanto afferma in una nota ripresa dall’AdnKronos Flavio Zanarella, direttore generale di Federsviluppo.

Per quanto riguarda le liquidazioni giudiziali, «nel corso dell’anno ne sono state registrate 9.162 con un incremento del 19,7% rispetto al 2023, avvicinandosi ai livelli del 2019, quando erano 11.044», aggiunge il DG.

Sul fronte delle liquidazioni volontarie, sempre nel primo semestre del 2024, sono aumentate del 46,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori più colpiti sono stati il commercio (2.956 liquidazioni giudiziali), i servizi (2.084), l’edilizia (1.722) e l’industria, che ha subito 1.557 liquidazioni giudiziali. Lombardia, Lazio e Campania, precisa Federsviluppo, sono le regioni con più liquidazioni giudiziali.

«Particolarmente colpita è stata la filiera della moda, con aumenti significativi di fallimenti e liquidazioni volontarie nei settori dell’abbigliamento, calzature classiche, pelletteria e valigeria», spiega l’associazione. Tra le cause principali, oltre ai costi energetici e delle materie prime, «vi è l’innalzamento dei tassi di interesse che ha reso più oneroso l’accesso al credito. Per non parlare dei problemi nelle catene di fornitura che hanno ostacolato la produzione e la distribuzione. Questi fattori – conclude Federsviluppo – hanno aggravato le difficoltà finanziarie delle imprese, portando a un aumento delle chiusure e delle procedure concorsuali».