Affitti in Italia 2024: chi sono gli inquilini, dove vanno e che contratti scelgono

L’analisi Tecnocasa rivela chi affitta casa in Italia, con quali formule e perché: giovani, lavoratori in trasferta e studenti spingono i bilocali e i contratti flessibili

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L’Italia del mattone in affitto nel 2024 racconta un Paese che cambia, si adatta e cerca flessibilità. Secondo l’analisi condotta dal Gruppo Tecnocasa sui contratti di locazione stipulati attraverso le sue agenzie, emerge che «il 64,7% degli affitti è concluso per scelta abitativa», cioè da chi decide di vivere in affitto per motivi personali o per necessità economiche. Cresce anche la quota di lavoratori in trasferta, che sale dal 25,5% del 2023 al 27,4% di quest’anno, mentre cala leggermente quella degli studenti universitari, ora al 7,9%.

Dietro queste cifre si muove un’Italia a due velocità, con città che assorbono dinamiche demografiche e professionali molto diverse. A Bologna, ad esempio, «quasi il 65% degli affitti è richiesto da lavoratori trasfertisti», e a Milano si arriva al 45,3%, in forte aumento rispetto al 40,8% dell’anno scorso. Qui però calano gli studenti, che passano dal 19,4% al 17,5%, mentre Roma va in controtendenza e segna un incremento degli affitti universitari dal 9,7% al 12,8%, confermando una nuova attrattività accademica.

Tra le città con la più alta percentuale di affitti legati alla scelta abitativa spiccano Palermo con un imponente 77,8%, seguita da Genova (73,8%) e Napoli (71,5%), dove l’affitto rappresenta spesso una necessità più che una scelta.

Guardando alla tipologia contrattuale si osservano alcuni dei cambiamenti più rilevanti. In cinque anni i contratti a canone libero sono scesi dal 51,9% al 41,2%, mentre quelli a carattere transitorio sono cresciuti dal 18,4% al 29,8%. «L’aumento dei contratti brevi segnala la ricerca di maggiore flessibilità da parte degli inquilini», spiegano gli analisti, anche alla luce di un mercato sempre più dinamico e di canoni in continua crescita.

Stabile intorno al 29% la quota dei contratti a canone concordato, anche se alcune città fanno eccezione: a Roma «il 60,8% dei contratti stipulati è a canone concordato», mentre a Genova e Verona si toccano rispettivamente il 71,6% e il 59,7%. A Milano si registra una curiosa inversione di tendenza, con il canone concordato che, pur restando minoritario, cresce comunque dall’1,7% del 2023 al 5,0%.

Milano è anche la capitale dei contratti transitori (41,3%), seguita da Torino (34,6%), Bari (33,3%) e Verona (32,6%). La scelta dell’immobile resta invece piuttosto costante: il bilocale si conferma la tipologia più affittata con il 37,9%, seguito dal trilocale con il 29,6%, ma è il monolocale a sorprendere con una crescita che lo porta al 10,7%, rispetto al 7,5% del 2019, segno che i canoni spingono sempre più persone verso soluzioni ridotte. Sul fronte anagrafico, il mercato è trainato dai giovani: «gli inquilini tra i 18 e i 34 anni rappresentano il 45,8% del totale delle locazioni», un dato che cala progressivamente con l’aumentare dell’età.