A ottobre 2025 i crediti deteriorati netti delle banche italiane – cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti, calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati – ammontavano a 29,4 miliardi di euro, in ulteriore diminuzione rispetto ai 30,1 miliardi di giugno 2025 (31,3 miliardi a dicembre 2024).
Lo evidenzia il rapporto mensile Abi, l’Associazione bancaria italiana. Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, i crediti deteriorati sono scesi di circa 167 miliardi. A ottobre rappresentavano l’1,41% dei crediti totali, rispetto all’1,46% di giugno 2025, all’1,51% di dicembre 2024 e al 9,8% di dicembre 2015.
Il rapporto dell’Abi segnala, come di consueto, l’andamento delle principali variabili creditizie. A novembre 2025, l’ammontare dei prestiti a imprese e famiglie è cresciuto dell’1,9% su base annua, più di quanto era cresciuto a ottobre (+1,7%), quando i prestiti alle famiglie erano aumentati del 2,2% e quelli alle imprese dell’1,2%. Per le famiglie è l’undicesimo mese consecutivo in cui si è registrato un incremento e per le imprese è il quinto mese consecutivo di crescita dei finanziamenti.
Quanto all’andamento dei tassi, quello dei mutui sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è calato al 3,30% (3,31% nel mese precedente; 4,42% a dicembre 2023); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,44% (3,52% nel mese precedente; 5,45% a dicembre 2023). Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è stabile al 3,96%. Rilevante, infine, è stato l’andamento dei depositi bancari, cresciuti del 2,4% su base annua (+2,7% nel mese precedente).
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