Europa: 28esimo regime per le regole continentali sui fallimenti

Lo propone la Commissione Europea nell’ambito di un ambizioso piano per promuovere la nascita e la crescita di start-up. La EU Startup and Scaleup Strategy intende ridurre il vistoso gap che nei settori più innovativi dell’economia separa il vecchio continente dagli USA e dalla Cina

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La Commissione Europea intende proporre un 28esimo regime comunitario volto a semplificare le normative e ridurre i costi legati al fallimento, affrontando questioni complesse che riguardano insolvenza, diritto del lavoro e fiscale. Questo nuovo quadro giuridico sarà un’alternativa facoltativa alle norme nazionali dei 27 Stati membri e rappresenta un passo cruciale per sostenere la moltiplicazione delle start-up e scale-up in Europa, categorie di imprese che necessitano di minori oneri amministrativi, regole più semplici e omogenee all’interno del mercato unico.

Regole, appunto, disciplinate con il 28esimo regime comunitario, che non fa riferimento a uno dei 27 Stati dell’Unione ma a un regime sovrannazionale europeo a cui, a richiesta, potranno aderire le imprese.

Il quadro giuridico unitario sui fallimenti è incastonato in una EU Startup and Scaleup Strategy, con la quale i regolatori di Bruxelles intendono ridurre il gap esistente con USA e Cina nei settori più innovativi dell’economia. Come riportato da Radiocor, l’obiettivo è anche quello di permettere alle imprese di stabilirsi in Europa in tempi molto rapidi, idealmente entro 48 ore. Le scale-up sono definite come aziende che registrano una crescita media annua superiore al 20% per almeno tre anni consecutivi, basata su fatturato o numero di dipendenti, mentre le start-up sono nuove imprese emergenti.

Attualmente, sebbene in Europa si creino più start-up rispetto agli Stati Uniti, solo l’8% delle start-up mondiali ha sede nel continente, e un terzo di quelle che superano il miliardo di dollari di fatturato finisce per trasferirsi fuori dall’UE, soprattutto negli USA. Il confronto con gli unicorni – le imprese con una capitalizzazione appunto superiore a 1 miliardo di dollari – insediati nelle aree più sviluppate del pianeta (vedi tabella)

è sconfortante, come anche la differenza degli investimenti in venture capital che affluiscono nelle due rive dell’Atlantico (vedi tabella). Il nuovo regime europeo si propone dunque di contrastare questa tendenza, offrendo un quadro normativo più favorevole per favorire la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese innovative all’interno dell’Unione.

La nuova strategia EU per le start-up affronta queste sfide e propone una serie di azioni che la Commissione intraprenderà nei prossimi mesi in cinque aree principali:

• la promozione di un ambiente regolamentare più favorevole all’innovazione
• l’attivazione di nuovi flussi d’investimento con un mercato del capitale di rischio UE più ampio e integrato e un maggiore coinvolgimento degli investitori istituzionali europei
• il sostegno alla penetrazione e all’espansione sul mercato: un percorso più rapido dal laboratorio al mercato
• l’attrazione e il mantenimento dei talenti in Europa
• la semplificazione nell’accesso a infrastrutture, reti e servizi

Nell’ambito dell’espansione del mercato è stata tra l’altro lanciata l’iniziativa «Lab to Unicorn», che include gli Hub Europei per Start-up e Scale-up per contribuire a collegare gli ecosistemi universitari in tutta l’UE. Ciò include un modello unico per la concessione di licenze, royalty, la condivisione dei ricavi e la partecipazione azionaria per le istituzioni accademiche e i loro inventori nella commercializzazione della proprietà intellettuale (PI) e nella creazione di spin-off, oltre a linee guida sulle norme relative agli aiuti di Stato in materia di PI.