Europa: stabile l’NPL ratio all’1,85 per cento nel primo trimestre 2025

Un report di Scope Ratings segnala che nel trimestre le banche hanno contabilizzato nuovi NPL per 2,6 miliardi

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Nel primo trimestre del 2025, la qualità degli attivi bancari europei si è mantenuta solida, con un NPL ratio stabile all’1,85%, in lieve calo rispetto all’1,88% di fine 2024. Lo segnala un report di Scope Ratings, che tuttavia invita alla cautela, tenuto conto che le banche «hanno aggiunto circa 2,6 miliardi di euro di nuovi NPL nel trimestre, portando lo stock totale a 378 miliardi di euro, il secondo livello più alto dal 2022».

La distanza tra Paesi «core» e «periferici» si è ridotta, ma gli analisti segnalano che «la Spagna continua a mostrare uno dei livelli di stock più elevati (2,67%), seppure in calo».

Guardando ai settori, costruzioni e commercio al dettaglio mostrano i segnali più marcati di deterioramento. Il settore delle costruzioni, che rappresenta circa il 5% del portafoglio corporate, ha visto l’aumento più forte, con un NPL ratio salito al 6,5% – osservano gli analisti – evidenziando che in Francia il balzo è stato particolarmente significativo (+90 punti base su base trimestrale).

I prestiti alle famiglie rimangono stabili al 2,14%. Il costo del rischio è cresciuto in diversi Paesi, segnalando una prudenza crescente delle banche. «Gli aumenti sopra la media sono stati registrati in Germania e Danimarca (+40 e +38 punti base), seguiti da Francia e Spagna», rileva il team di analisi, aggiungendo che invece Italia e Austria hanno visto una leggera riduzione.

Anche i prestiti in Stage 2 mostrano una lieve flessione a livello europeo, dal 9,7% al 9,5%. «La Francia è l’unico Paese a registrare un peggioramento, mentre Olanda e Germania hanno mostrato i cali più marcati», commentano gli analisti. Per i prossimi mesi, a giudizio di Scope Ratings, è atteso uno scenario sfidante: «Ci aspettiamo un lieve deterioramento della qualità degli attivi delle banche UE, poiché la pressione in alcuni settori corporate si intensifica. Rischi geopolitici elevati e un rallentamento del commercio globale, legato all’aumento o all’introduzione di nuovi dazi, potrebbero aggravare l’indebolimento della qualità degli attivi».