Nel 2023, su circa 7.900 Comuni italiani, solo 296 – pari al 3,7% del totale – hanno inviato all’Agenzia delle Entrate «segnalazioni qualificate» in materia di evasione fiscale, ottenendo in cambio complessivamente 6 milioni di euro, di cui 3 milioni redistribuiti direttamente alle casse comunali.
È quanto emerge da uno studio della CGIA di Mestre che giudica «insignificante» il contributo, soprattutto se paragonato ai quasi 93 miliardi di euro che ogni anno vengono sottratti al fisco. Milano è il Comune che ha incassato di più (quasi 398 mila euro), seguito da Genova, Prato, Lodi, Cernusco sul Naviglio e Segrate.
Ben diversi i numeri del Sud: solo 40 Comuni del Mezzogiorno hanno ottenuto risorse, per un totale di appena 101.810 euro. Bari, Palermo, Napoli e Agrigento hanno registrato importi irrisori; città come Catania, Caserta, Foggia e Trapani non hanno segnalato nulla.
Secondo la CGIA, molti sindaci non hanno gli strumenti per contribuire efficacemente alla lotta all’evasione: le segnalazioni devono essere dettagliate e richiedono personale qualificato, spesso assente nelle amministrazioni locali. Altri, pur disponendo delle competenze, preferiscono concentrarsi sul recupero dei tributi comunali (IMU, TARI, TOSAP, ecc.), oppure evitano consapevolmente di attivarsi per non perdere consenso politico.
Il quadro diventa ancora più critico se si considerano i dati sull’abusivismo edilizio e sul lavoro nero. Nel 2022, secondo l’Istat, oltre la metà delle nuove costruzioni in Basilicata, Calabria e Campania risultava abusiva. Sempre nel Mezzogiorno si concentra il 37,5% dei lavoratori in nero, pari a 932.200 persone. Le regioni più colpite da evasione fiscale sono Calabria (19,4%), Puglia (17,5%), Campania (17,2%) e Sicilia (16,7%). Eppure, in molti Comuni capoluogo non risulta alcuna segnalazione all’Agenzia delle Entrate. I Comuni potrebbero intervenire in vari ambiti: attività commerciali e professionali senza partita IVA, abusi edilizi, immobili non dichiarati, affitti in nero, compravendite immobiliari sospette. Eppure, troppe amministrazioni restano ferme.