Garanzie pubbliche nel credito: “possibile e doveroso” uscire dalla logica emergenziale, dice Giorgetti (Mef)

A fine 2024 l’ammontare dei crediti su cui è aperto l’ombrello pubblico ammontava a ben 294 miliardi, pari al 13% del PIL

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Giancarlo-Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanze

È «possibile e doveroso» uscire dalla logica emergenziale nelle garanzie pubbliche sul credito. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto all’assemblea dell’Abi con parole insolitamente severe.

A fine 2024, l’esposizione degli impegni assunti dallo Stato nel credito accordato dalle banche, ed escludibile in seguito a un fallimento, era pari a 294 miliardi (il 13% del PIL), riguardante sia le esposizioni emergenziali (accordate in occasione del Covid e di altre emergenze) sia quelle cosiddette ordinarie. Le prime risultavano pari a 110 miliardi. Le seconde a 184 miliardi, di cui circa la metà per il supporto al credito per l’esportazione.

Tutto ciò ha richiesto un massiccio impegno dello Stato, ma ora occorre «cambiare prospettiva». Le garanzie – ha detto Giorgetti – continueranno ad operare in caso di fallimenti del mercato, occorre però uscire da una logica emergenziale e tornare al «business as usual».

Gli eccezionali dividendi distribuiti agli azionisti bancari negli ultimi due anni sono stati possibili anche grazie alle garanzie pubbliche. È ora – è il monito del ministro – che le banche tornino a fare al meglio il loro mestiere, quello di prestare denaro a chi lo richiede (famiglie ed imprese), riducendo – ha suggerito – gli utili distribuiti ed utilizzandoli anche per rafforzare patrimonialmente gli istituti. Anche – ha concluso – per «mantenere la biodiversità del sistema bancario», che ha bisogno di non perdere il contatto con i territori e l’economia reale del Paese.