I crediti deteriorati restano una sfida per le banche, dice Sileoni (Fabi)

Servono banche più solide e vigilanza sindacale per garantire credito a famiglie e imprese. Le PMI e le filiali fisiche le più esposte alla transizione digitale

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La gestione dei crediti deteriorati (Npl) si conferma una delle sfide principali per le banche italiane, soprattutto in un contesto economico ancora instabile per molte imprese. Lo ha ribadito Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, aprendo il 129° Consiglio nazionale del sindacato bancario, riferisce Radiocor.

Secondo Sileoni, si tratta di una priorità che influenzerà le strategie del settore anche nei prossimi anni. In uno scenario che punta al consolidamento del sistema bancario, le piccole e medie banche rischiano di soffrire maggiormente, strette tra l’esigenza di maggiore solidità patrimoniale e la crescente concorrenza europea. «Il mercato punterà a creare gruppi più competitivi anche per resistere meglio ai venti contrari globali», ha affermato Sileoni.

Accanto alla questione degli Npl, resta forte il timore che le grandi banche possano restringere il credito a famiglie e imprese. «Vigileremo perché ciò non accada», ha aggiunto Sileoni. «Il nostro ruolo non è solo difensivo: il sindacato deve progettare, modellare e indirizzare il futuro del settore».

Nel suo intervento, il segretario della Fabi ha evidenziato anche il forte impatto della transizione digitale, che porterà a una riduzione ulteriore delle filiali fisiche e all’adozione sempre più spinta di sportelli automatizzati e assistenza da remoto. Un cambiamento che potrebbe penalizzare soprattutto le fasce più anziane e le aree rurali, meno attrezzate a gestire la svolta tecnologica.