Ocse: debito e Pil mondiali entrambi a quota 100.000 miliardi di dollari

Il debito - si prevede - aumenterà ancora, gravando molto sugli Stati Uniti

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A fine 2023 il volume totale del debito obbligazionario sovrano e societario mondiale ammontava a quasi 100.000 miliardi di dollari, una cifra simile al PIL globale. Il dato proviene da un recente rapporto dell’Ocse, il primo Global Debt Report. Lo studio, che fornisce approfondimenti anche sui possibili rischi per la stabilità finanziaria, rivela che alla fine del 2023, il debito obbligazionario totale dei governi dell’Ocse ammontava a 54.000 miliardi di dollari, con un aumento di 30.000 miliardi di dollari rispetto al 2008. Ad oggi si prevede che aumenterà ancora fino a 56.000 miliardi di dollari nel 2024. Gli Stati Uniti rappresenteranno circa la metà di questo debito. Molte tra le grandezze esaminate superano quelle del 2008, anno della crisi della finanza globale e ciò causa apprensione. In particolare, a fine 2023, il debito in essere del segmento non-investment grade ammontava a 3,4 trilioni di dollari, quasi il doppio della cifra del 2008.

Il debito globale in circolazione delle obbligazioni societarie è aumentato da 21.000 miliardi a 34.000 miliardi di dollari. Al termine dello scorso anno, il rapporto aggregato debito/PIL delle amministrazioni centrali nell’OCSE – in base al rapporto – era pari a circa l’83%, con un incremento di 30 punti percentuali rispetto al 2008, anche se l’aumento dell’inflazione, che ha sostenuto la crescita del PIL nominale, ha contribuito a ridurlo.

Rischi concentrati in alcuni segmenti di mercati

In base al report dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, i rischi di mercato sono presenti soprattutto in alcune economie avanzate con rapporti debito/PIL più elevati, in Paesi a basso reddito che stanno registrando declassamenti del credito e spread molto elevati, ed emittenti societari di bassa qualità in particolari settori, in particolare quello immobiliare. L’assunzione di rischio è aumentata notevolmente nel settore delle società non finanziarie. Il potenziale di dinamiche di svendita in caso di downgrade diffusi è un aspetto chiave da considerare. A fine 2023 l’importo in circolazione di obbligazioni sostenibili ha raggiunto i 4,3 trilioni di dollari, rispetto ai 641 miliardi di dollari di appena cinque anni prima. L’Europa è stata la regione più attiva nel mercato obbligazionario sostenibile sia nel settore societario che in quello ufficiale.

Serve un’azione politica prudente

Secondo gli esperti Ocse, questo nuovo panorama macroeconomico con un’inflazione più elevata e da politiche monetarie più restrittive sta trasformando i mercati obbligazionari globali a un ritmo mai visto da decenni. Ciò ha profonde implicazioni per i mercati del debito e per la stabilità finanziaria in un momento di rinnovate esigenze di finanziamento.

Servono pertanto un monitoraggio attento e risposte politiche adeguate per garantire che i mercati delle obbligazioni sovrane e societarie continuino a funzionare in modo efficace. I gestori del debito pubblico si trovano ad affrontare una serie di sfide, tra cui la continua crescita del fabbisogno di prestito nel contesto di una base di investitori in evoluzione e gli spostamenti della domanda di titoli su diverse scadenze. Sono necessarie decisioni strategiche sulla gestione del debito per garantire la sostenibilità a lungo termine del debito pubblico che mirino a garantire trasparenza e prevedibilità pur mantenendo la flessibilità nelle operazioni di mercato.