Nel secondo trimestre del 2025 le imprese italiane hanno mostrato segnali di maggiore affidabilità nei pagamenti commerciali, con una crescita dei pagamenti puntuali che raggiungono il 44%, in miglioramento rispetto al 43,3% dello stesso periodo del 2024. È quanto emerge dallo Studio Pagamenti diffuso da CRIBIS, società del gruppo CRIF, e ripreso da Teleborsa, che sottolinea anche una riduzione nei ritardi gravi, quelli oltre i 90 giorni, scesi al 4,3% dal 5% dell’anno precedente.
Un risultato che viene interpretato come un segnale di resilienza da parte del sistema imprenditoriale italiano, capace di reagire in un contesto economico e geopolitico ancora incerto.
«Ci troviamo in un contesto globale complesso, segnato da instabilità e tensioni commerciali», ha spiegato Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS, che ha aggiunto: «Tuttavia, la maggiore puntualità nei pagamenti è un segnale concreto di maturità gestionale che rafforza la competitività delle nostre imprese».
La fotografia scattata dallo studio ha messo però in evidenza profonde differenze tra territori e dimensioni aziendali. Il Nord Est si conferma l’area più virtuosa, con il 54,1% di imprese puntuali, seguito dal Nord Ovest con il 51,7% e dal Centro con il 42,4%.A soffrire di più è il Mezzogiorno, dove solo il 34,1% delle aziende riesce a rispettare le scadenze, con punte minime in Sicilia e Calabria, ferme entrambe al 28,6%. Sul fronte opposto brillano Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, tutte sopra il 53%, confermando l’efficienza dei distretti produttivi del Nord.
Anche la dimensione aziendale gioca un ruolo importante: le microimprese, pur essendo le più puntuali (44,8%), restano vulnerabili ai ritardi gravi, che colpiscono il 4,9% di loro.
Le grandi aziende, invece, pagano meno spesso in tempo ma vantano una quota minima di ritardi oltre i 90 giorni, appena l’1,3%, grazie a una gestione del credito più strutturata.
Il miglioramento generale interessa tutti i settori, con performance particolarmente positive nella grande distribuzione e nelle costruzioni.
Resta da vedere se questo trend potrà consolidarsi nei prossimi mesi, ma per ora è un segnale incoraggiante in una fase ancora segnata da incertezza.