Nel primo semestre del 2025 cresce il numero di italiani che fanno ricorso al credito, ma si riduce l’ammontare delle somme prese in prestito. Secondo i dati diffusi da Mister Credit, l’area di CRIF che monitora l’andamento del credito rateale, il 59,6% della popolazione maggiorenne ha almeno un finanziamento attivo, in aumento del 13,1% rispetto all’anno scorso.
A fronte di una platea più ampia di consumatori e famiglie che accedono a prestiti e mutui, si registra però un calo del 10% nell’esposizione residua, che in media si attesta a 31.637 euro. Un segnale che evidenzia una maggiore attenzione alla sostenibilità degli impegni finanziari, in un contesto economico incerto ma caratterizzato da tassi di interesse in graduale riduzione.
La rata media mensile pagata dalle famiglie rimane stabile a 278 euro, confermando una tendenza di equilibrio. Nel dettaglio, quasi la metà dei contratti attivi è rappresentata da prestiti finalizzati (47,1%), legati in gran parte all’acquisto di beni e servizi come auto, elettrodomestici o spese per la casa; i prestiti personali coprono il 29,3%, mentre i mutui pesano per il 23,6%. Guardando più da vicino, la rata dei mutui si aggira poco sotto i 600 euro, mentre quella dei prestiti personali sale a 254 euro (+1,5%) e i prestiti finalizzati si mantengono sui 135 euro.
L’esposizione residua cala in tutte le tipologie: dai 97.000 euro dei mutui ai 16.200 euro dei prestiti personali, fino ai 5.500 euro dei prestiti finalizzati. «In questa prima parte dell’anno, risulta in crescita del +13,1% la quota di soggetti che ricorrono al credito, probabilmente a causa del calo graduale dei tassi che lo ha reso più accessibile e conveniente sia per le famiglie che per le imprese, ma con un’attenzione all’esposizione residua, che infatti cala del -10%» ha spiegato Beatrice Rubini, direttrice di Mister Credit.
Secondo l’analisi, la finalità principale dei prestiti rimane la casa (34,9%), seguita dai mezzi di trasporto (30,2%) e dall’elettronica (20%). L’indagine mostra anche una forte variabilità territoriale: la Toscana guida la classifica con il 67,8% della popolazione maggiorenne che ha almeno un rapporto di credito attivo, seguita da Valle d’Aosta e Lazio; all’opposto il Trentino-Alto Adige, fermo al 32,5%.
Quanto agli importi, le rate più elevate si registrano proprio nelle regioni settentrionali, con il Trentino-Alto Adige che tocca in media i 405 euro mensili, davanti a Lombardia (317) e Veneto (305), a fronte di redditi più alti e di una maggiore incidenza dei mutui. Nel Mezzogiorno, invece, le rate si mantengono più leggere, in particolare in Calabria, Sardegna e Sicilia con 237 euro. Anche l’indebitamento residuo conferma questa differenza: dai 49.226 euro del Trentino-Alto Adige ai 19.292 della Calabria. Il profilo di chi ricorre al credito vede protagoniste le fasce centrali della popolazione: oltre l’80% dei quarantenni e cinquantenni ha almeno un finanziamento in corso, mentre tra i giovani sotto i 30 anni la quota scende al 30,2%.
La differenza di genere rimane marcata: il 59,1% degli utilizzatori è uomo e il 40,9% donna, con queste ultime più presenti nei mutui (45,7%) ma con rate mediamente più basse. Nel complesso, la fotografia restituita dalla Mappa del Credito evidenzia un’Italia che continua a utilizzare lo strumento del finanziamento per sostenere consumi e investimenti, ma con maggiore prudenza e attenzione alla sostenibilità del debito. Un equilibrio che, almeno per ora, sembra reggere nonostante le incertezze globali e le tensioni economiche.
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