Rottamazione quinquies in arrivo con la legge di Bilancio

Il tasso di interesse annuale sulle somme da versare è stato ridotto al 3% rispetto al 4% previsto inizialmente

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Con la prossima legge di Bilancio è in arrivo la nuova «rottamazione» delle cartelle esattoriali, la numero cinque. La nuova definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione riguarderà le cartelle emesse dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023 e vi potrà aderire solo chi ha presentato la dichiarazione ma ha omesso il pagamento, mentre sarà escluso chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi e anche chi è stato oggetto di accertamento.

Il debito potrà essere corrisposto in un’unica soluzione oppure potrà essere rateizzato su nove anni, con 54 rate bimestrali (con un tasso annuo ridotto dal 4%, inizialmente previsto, al 3%), tutte di pari importo. La sanatoria – spiega un articolo de Il Messaggero – include anche i tributi relativi agli enti locali, come ad esempio multe, Imu e Tari. Come già per le rottamazioni precedenti, il contribuente potrà estinguere i debiti versando unicamente le somme dovute a titolo di capitale (maggiorate del tasso di interesse annuale) e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le procedure esecutive e per i diritti di notifica.

Non sono invece da corrispondere le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio. Dal beneficio si decade dopo due rate non pagate – anche non consecutive – ma con un meccanismo maggiormente punitivo rispetto alla rottamazione quater: il debito residuo non sarà infatti rateizzabile e dovrà essere, a quel punto, corrisposto in un’unica soluzione.

Sono esclusi da questa nuova definizione agevolata i debiti già oggetto di rottamazione con la quater (la definizione agevolata tuttora in corso, che riguarda i carichi fino al 30 giugno 2022). Chi al 30 settembre risulta in regola con i versamenti della quater non potrà sospendere i pagamenti e passare alla quinquies: i debiti già «indicati» nelle domande di rottamazione quater, per i quali i pagamenti previsti sono regolari, non potranno infatti essere inseriti nelle domande della rottamazione quinquies.

Sulla platea dei contribuenti potenzialmente interessati ballano varie ipotesi, ma dovrebbe trattarsi di una cifra molto ridotta rispetto a quelle circolate nelle scorse settimane. Secondo i dati disponibili – ha spiegato il giornale – meno del 20% del totale dell’evasione deriva dal mancato versamento, mentre oltre l’80% riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo infedele. I contribuenti che al 2022 avevano ancora una cartella sono 16 milioni.

Occorre ricordare che a marzo scorso, in Commissione in Senato, la Ragioniera dello Stato, Daria Perrotta, parlando del lavoro in corso sulla possibile nuova rottamazione, aveva spiegato che «il numero di rate rispetto al quale calcolare la decadenza influisce su una quantificazione prudente» e, in qualche caso, «abbassa la probabilità che si arrivi a recuperare l’intera somma».

Nella stessa occasione l’Agenzia delle Entrate aveva illustrato alcuni dati sull’incidenza sul magazzino fiscale della rottamazione quater: al 31 dicembre 2024 l’importo riscosso risultava pari a 12,2 miliardi di euro, con un tasso di decadenza del 49%. L’impatto complessivo della misura sul magazzino veniva stimato in un valore massimo di circa 38,5 miliardi.

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