S&P GlobalRatings: boom di default per le aziende. Mai così tanti dalla crisi della finanza

Secondo l'agenzia di rating i fallimenti aziendali in tutto il mondo non avevano raggiunto picchi così alti dal 2009

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Nel 2024 sono già moltissime le aziende finite in default: ben 29 da inizio anno. Si tratta di un record: non erano così tante dal 2009, anno della crisi finanziaria globale, in cui si arrivò a quota 36. A lanciare l’allarme è S&P GlobalRatings, che prende in considerazione solo le imprese a cui assegna il proprio rating. L’agenzia, nel proprio studio, ripreso anche dal Financial Times, attribuisce la causa del fenomeno alle pressioni inflazionistiche e agli alti tassi di interesse, che pesano sui debitori.

Ma quali sono i fattori che hanno contribuito all’aumento del numero di aziende in difficoltà nel riuscire a ripagare il proprio debito? Per S&P hanno inciso sia la domanda contenuta da parte dei consumatori, l’aumento dei salari e gli alti tassi di interesse, che hanno danneggiato le aziende più indebitate.
“I tassi di interesse più elevati continuano a colpire sempre più duramente le società ad alto indebitamento” sottolinea Torsten Slok,capo economista del gruppo di investimento Apollo.

Usa ed Europa in testa

Tra le aziende inadempienti nel mese di febbraio 2024, figurano l’operatore di traghetti e crociere statunitense Hornblower e il gruppo cinematografico GoToandUKVue Entertainment International. Nella maggior parte dei casi le aziende insolventi si trovano negli Stati Uniti. Tuttavia anche l’Europa è colpita: con otto fallimenti da gennaio, il doppio di quelli avvenuti in qualsiasi altro anno dal 2008. Tre società sanitarie statunitensi — Radiology Partners, Pluto Acquisition e Cano Health – evidenzia l’agenzia di rating – sono andate in default il mese scorso, in parte a causa dell’implementazione del No Surprises Act, entrato in vigore nel 2022 e che pone un limite all’importo che i fornitori possono addebitare per i trattamenti che i pazienti non hanno scelto e per i quali non sono assicurati.

Circa la metà (14 in tutto) delle società fallite in tutto il mondo quest’anno sono state classificate da S&P come “distressed exchanges”. In genere il cosiddetto distressed exchange è un piano, proposto da una società per evitare il fallimento, migliorare la liquidità, ridurre il debito. Si tratta di accordi che in genere prevedono che i creditori ricevano attività di valore inferiore al valore nominale del loro debito, uno scenario che può aiutare i debitori e gli sponsor del private equity a evitare costose procedure fallimentari.