Svizzera: torna il “tasso zero”

La Bns abbassa il tasso guida sul franco dallo 0,25 allo 0,00% e non esclude tassi negativi. L’obiettivo delle autorità monetarie è di allentare la forza della divisa elvetica e sostenere l’economia

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La Banca nazionale svizzera (BNS) ha ridotto dallo 0,25% allo 0% il tasso guida sul franco, ampliando la sua leadership nei tassi di interesse bassi. Dopo aver condiviso questa leadership con il Giappone a quota 0,50% – sottolinea Il Sole 24 Ore – negli ultimi mesi la Svizzera si è smarcata, scendendo in marzo allo 0,25% e ora appunto allo 0%.

Le autorità monetarie elvetiche, con questa mossa, si propongono di frenare l’apprezzamento del franco svizzero, di non far scendere troppo l’inflazione e di dare un ulteriore supporto alla crescita economica della Confederazione. Guardando alle valute maggiori, la moneta svizzera ha preso ulteriore terreno soprattutto sul dollaro USA, nei confronti del quale ha guadagnato circa il 7% nell’ultimo anno; ora il biglietto verde oscilla tra 0,81 e 0,82 franchi. L’euro, dal canto suo, negli ultimi dodici mesi è sceso solo di circa l’1% sul franco – e oscilla ora tra 0,93 e 0,94 franchi – ma la valuta elvetica era già salita in precedenza nel cambio con la moneta unica.

Un franco troppo alto crea ostacoli all’export svizzero, e questa è la preoccupazione della BNS; peraltro, la moneta forte ha il vantaggio di rendere meno caro l’import e di aiutare contro l’inflazione. La banca centrale deve dunque cercare un equilibrio. La BNS ha due strumenti principali per frenare il franco: i tassi e gli acquisti di valute estere; l’istituto ha ribadito di non escludere altri acquisti, ma si è portato avanti riducendo il tasso guida.

In prospettiva, la Confederazione tornerà ai tassi negativi?
«Nel periodo fra il 2015 e il 2022 – ha affermato il presidente della direzione generale, Martin Schlegel – il tasso negativo è stato uno strumento importante per garantire la stabilità dei prezzi in Svizzera in una fase straordinaria. Siamo tuttavia anche consapevoli del fatto che esso può comportare effetti indesiderati e rappresentare una sfida per molti attori economici».

La BNS quindi non esclude i tassi negativi, ma cercherà di non tornarci, se possibile. Molti nella Confederazione sono contrari a un ritorno allo strumento, considerando i problemi da questo causati soprattutto nel settore bancario e finanziario, per i risparmiatori e nell’immobiliare. C’è inoltre da tenere in conto che gli USA periodicamente affermano che la Svizzera manipola il cambio, accusa respinta da Berna ma che potrebbe riemergere con maggiore forza in presenza di tassi negativi.