Le incertezze dell’economia e le tensioni geopolitiche non sembrano spaventare il mondo delle imprese e del credito. Nel primo semestre dell’anno l’ammontare dei finanziamenti erogati alle aziende è cresciuto del 13% rispetto all’anno precedente, con un tasso di default stabile al 3%. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Crif sulle imprese, presentato in occasione dell’evento annuale Tomorrow Speaks.

Lo studio analizza periodicamente i principali indicatori relativi all’andamento del credito di un campione di oltre 2,5 milioni di imprese monitorate, elaborati sulla base del patrimonio informativo del Sistema di Informazioni Creditizie Eurisc.
«Il secondo trimestre del 2025 ha visto l’intensificarsi della crescita degli importi erogati alle imprese avviata a inizio anno, continuando a beneficiare di più favorevoli condizioni di accesso al credito rispetto all’anno precedente, nonostante un contesto globale ancora incerto», ha commentato Luca D’Amico, CEO di Crif Ratings.
«Nonostante tale difficile contesto – ha proseguito – le prospettive per il 2025 sono attese in continuità con i primi sei mesi dell’anno, sebbene esposte all’evoluzione dello scenario globale». Il favorevole andamento del credito e dei default non è comunque omogeneo per tutta l’economia italiana.

Tessile-abbigliamento (-7,4% di erogazioni, default al 4,6%) e costruzioni (-4,5%, default 4,3%) restano tra i comparti più in difficoltà, penalizzati rispettivamente dalla crisi dei consumi e dal venir meno dei bonus edilizi.
In forte crescita invece agricoltura (+30,3%) e alimentare-bevande-tabacco (+27,3%), trainati da finanza agevolata e da una maggiore domanda estera, soprattutto nei primi mesi dell’anno, quando le aspettative dei dazi USA hanno favorito un aumento delle esportazioni del made in Italy.
Un capitolo a parte riguarda le imprese innovative. In questo settore Crif ha collocato circa 485.000 imprese in Italia, scrutinate in funzione di alcuni indicatori (open data, brevetti/marchi/certificazioni, digital attitude, livello di internazionalizzazione).
Ebbene, sono proprio queste imprese ad essersi rivelate maggiormente resilienti, mostrando una rischiosità inferiore rispetto alla media (tasso di default al 2,2% per le società di capitali) e minori ritardi nei pagamenti (8,8% contro 12,7%). La Lombardia concentra quasi il 30% del totale delle imprese innovative, confermandosi come la regione più dinamica del Paese.
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