«Non bisogna fare una seconda Agenzia delle Entrate, che credo non voglia nessuno. A noi serve uno strumento diverso». All’indomani dell’ipotesi prospettata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di far nascere un nuovo organismo pubblico dedicato ai tributi locali, è arrivato il commento dei Comuni.
A parlare è stato il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, intervenuto in audizione – questa volta al Senato – sui temi del federalismo fiscale. «Riteniamo che l’attenzione del ministro Giorgetti sul sistema di riscossione locale sia assolutamente positiva. Siamo disponibili a un confronto per rendere più efficiente il sistema di riscossione con l’obiettivo di creare una struttura innovativa capace di rispondere alle necessità di riscossione tipiche dei tributi comunali, utilizzando maggiormente la condivisione delle banche dati e anche le potenzialità delle nuove tecnologie».
In discussione c’è la necessità di recuperare circa 6 miliardi di euro di crediti ancora esigibili – questa è la stima – in un momento in cui le amministrazioni locali sono alla corda per mancanza di fondi. Il tema è delicato, perché in questi anni molti Comuni hanno imboccato con decisione la strada di partnership con operatori privati per migliorare la riscossione dei loro tributi e recuperare le somme evase.
I risultati, nel complesso, sono stati positivi, come ha attestato proprio ieri la sindaca di Modica Maria Monisteri Caschetto, intervistata da Be Bankers. C’è chi teme che un nuovo organismo pubblico potrebbe interrompere queste collaborazioni, nonostante Giorgetti abbia parlato di un’ipotesi «non necessariamente alternativa».
In questo senso vanno dunque lette le parole di Manfredi, che ha auspicato una soluzione «non totalizzante, di coordinamento, per mettere a disposizione la parte tecnologica, che è il vero patrimonio. Dobbiamo aiutare il contribuente fedele rendendogli facile pagare le tasse e colpire l’infedele, soprattutto nel commerciale» – ha aggiunto – «Con una buona base dati, con l’IA, con le banche dati governative si può combattere questo fenomeno e questa può essere la funzione di questa agenzia. Ferme restando» – ha puntualizzato il sindaco di Napoli – «le scelte autonome dei Comuni nella gestione».
Il “buco” sui bilanci degli enti locali si sente. «La capacità fiscale dei comuni – ha detto il presidente dell’Anci – si è praticamente esaurita» e «abbiamo grande difficoltà a garantire i servizi sociali alle fasce più fragili».
Il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) – uno strumento contabile-finanziario che serve a sterilizzare una parte delle entrate, impedendone l’utilizzo per finanziare le spese – ha tempi lunghissimi, per cui «il cittadino sente che il Comune sta riscuotendo di più, ma non capisce dove i soldi stiano andando e di fatto non stanno andando da nessuna parte perché sono congelati in un fondo. Non c’è nemmeno l’incentivo al cittadino a pagare, perché forse dopo 5 anni si vedrà un beneficio. Abbiamo concordato al tavolo con l’Economia e la Ragioneria un meccanismo che consentirebbe nel giro di un anno, con un sistema a scalare, di utilizzare le risorse aggiuntive» perché al momento «è difficile spiegare al cittadino-elettore perché deve pagare».