A luglio i crediti deteriorati netti delle banche italiane sono leggermente diminuiti a 29,5 miliardi di euro rispetto ai 30,2 miliardi di marzo (31,3 miliardi a dicembre 2024). Lo rileva l’Abi nel Rapporto mensile. Guardando al picco raggiunto nel 2015 (196,3 miliardi) il calo è stato di ben 167 miliardi. Sempre a luglio 2025 i crediti deteriorati netti rappresentavano l’1,41% dei crediti totali. Tale rapporto è inferiore rispetto a marzo 2025 (1,48%; 1,51% a dicembre 2024; 9,8% a dicembre 2015).
Per quanto riguarda le altre grandezze creditizie analizzate nel report dell’Associazione Bancaria Italiana, c’è da segnalare l’ammontare dei prestiti a imprese e famiglie che ad agosto è cresciuto dell’1,4% rispetto a un anno prima, in lieve accelerazione rispetto al +1,3% del mese precedente. A luglio 2025, come evidenziato nei giorni scorsi dalle statistiche di Banca d’Italia, i prestiti alle famiglie erano cresciuti del 2,0% e quelli alle imprese dello 0,7%.
«Per le famiglie è l’ottavo mese consecutivo in cui si registra un incremento e per le imprese è il secondo mese consecutivo in cui crescono i finanziamenti», si leggeva nel bollettino. Quanto ai tassi dei finanziamenti, per tornare al report dell’Abi, è tornato a salire il tasso di interesse sui mutui per l’acquisto della casa, collocandosi sul livello più alto da settembre 2024: ha raggiunto quota 3,31% (contro il 3,2% del mese di luglio). È soprattutto l’effetto dell’indice Irs, il principale indicatore utilizzato per il calcolo del costo dei mutui, che nei primi giorni di settembre ha raggiunto il 2,67%, in aumento di 44 punti base rispetto a dicembre 2024.
In generale, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,42% dal 3,5% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023. Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 3,92% dal 3,94% del mese precedente.
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