Challenger Bank: un modello da ripensare

Il salvataggio di Banca Progetto pone delle domande sul futuro del settore

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Il salvataggio di Banca Progetto, sostenuto dal Fondo per la tutela dei depositi (Fitd) e dalle cinque maggiori banche italiane, rappresenta un nuovo capitolo nella crisi delle challenger bank. Lo sottolinea un’analisi pubblicata da Mf, che fa il punto sul trend di uno dei segmenti più innovativi del settore bancario.

Dopo un decennio di forte espansione favorita da tassi a zero, modelli digitali e raccolta online, il settore – spiega il giornale – sta affrontando difficoltà legate a tre fattori principali:

  • il giro di vite regolamentare della Banca d’Italia, che ha imposto riclassificazioni e ridotto la redditività;
  • la politica restrittiva della BCE, che ha aumentato i costi di funding comprimendo i margini;
  • la frenata del mercato dei crediti deteriorati, un tempo fonte di crescita.

Queste condizioni hanno portato al ridimensionamento o al fallimento di alcune realtà, come Illimity e Smart Bank, e spinto verso operazioni di consolidamento e M&A.

In questo contesto, si apre una riflessione sul futuro delle challenger bank italiane: da un lato, la possibilità di reinventarsi puntando su clientela più patrimonializzata e su servizi ad alto valore aggiunto, dall’altro la prospettiva di essere assorbite da operatori più solidi o da fondi internazionali. Il caso Banca Progetto e l’uscita di Illimity dalla Borsa segnano così la chiusura di una fase storica e l’avvio di un processo di selezione e trasformazione del settore.

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