I commissari straordinari di Banca Progetto, Lodovico Mazzolin e Livia Casale, stanno pressando il principale azionista Oaktree per giungere a un accordo che consenta di attivare il piano di salvataggio da 400 milioni definito nelle scorse settimane con le cinque principali banche italiane. Queste si sono impegnate a ricapitalizzare l’istituto, finito in commissariamento per aver erogato prestiti garantiti dallo Stato a società riconducibili alla ’ndrangheta, dopo aver ceduto il portafoglio di crediti problematici (per 1,8 miliardi).
Il nodo più delicato – segnala un articolo di MF – rimane il ruolo di Oaktree, che detiene la maggioranza del capitale e nei mesi scorsi aveva già collaborato con il fondo private JC Flowers per cercare di ricapitalizzare e ristrutturare l’istituto. Senza il via libera del fondo nell’assemblea prevista tra novembre e inizio dicembre, l’aumento di capitale rischia di non passare, mettendo così a repentaglio l’intero piano di salvataggio.
Per questo motivo sono partite trattative mirate a trovare un’intesa, che potrebbe prevedere una diluizione della quota detenuta da Oaktree senza però arrivare al suo azzeramento, così da preservare il coinvolgimento del fondo nell’operazione.
Intanto – prosegue il giornale – le cinque banche coinvolte nel piano (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, MPS e BPER), assieme al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), hanno avviato una confirmatory due diligence sugli asset di Banca Progetto (assistita da Lazard), con l’obiettivo di verificare la qualità del portafoglio crediti e definire con precisione il fabbisogno patrimoniale dell’istituto.
Sul fronte operativo è allo studio una doppia operazione di derisking: una cessione di crediti deteriorati (per cui sarebbe in corsa, tra gli altri, la controllata del Tesoro Amco) e una cartolarizzazione di impieghi bonis, con l’obiettivo di alleggerire il bilancio e rendere più solida la struttura patrimoniale.
Se lo schema è già definito, gli importi delle due operazioni non sono ancora stati fissati in via definitiva. Il passo successivo sarà l’approvazione della Vigilanza, chiamata a esprimersi sul piano di salvataggio tramite una serie di autorizzazioni necessarie, tra cui quelle relative alle modifiche statutarie e al qualifying holding. Nonostante la complessità dell’operazione, fonti vicine al dossier assicurano che il salvataggio potrebbe essere portato a termine entro la fine dell’anno o, al più tardi, nelle prime settimane del 2026.
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