Ad agosto i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono diminuiti a 29,3 miliardi di euro, dai 30,2 miliardi di marzo. Dal massimo di 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 167 miliardi. È quanto rileva il rapporto mensile dell’Abi.

Nello stesso mese, i crediti deteriorati netti rappresentavano l’1,41% dei crediti totali, in diminuzione rispetto a marzo 2025 (1,48%), dicembre 2024 (1,51%) e assai lontani dal picco del dicembre 2015 (9,8%).I dati confortanti del rapporto mensile dell’Abi non finiscono qui.
A settembre, l’ammontare dei prestiti a imprese e famiglie è cresciuto dell’1,8% rispetto a un anno prima, in accelerazione rispetto al +1,6% del mese precedente.
Ad agosto, i prestiti alle famiglie erano cresciuti del 2% e quelli alle imprese dell’1,2%. Se per le famiglie si tratta del nono mese consecutivo in cui si registra un incremento, per le imprese è il terzo mese consecutivo con il segno “+” davanti.
Il bollettino mensile dell’Abi mostra altri elementi interessanti sul versante delle attività dei clienti. La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a settembre 2025 è risultata in aumento del 2,8% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio 2024 (+2,7% nel mese precedente).
A settembre i depositi, nelle varie forme, sono cresciuti del 2,8% su base annua (+2,7% il mese precedente). La raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, a settembre è aumentata del 2,8% rispetto a un anno prima (+2,1% nel mese precedente). La raccolta indiretta, vale a dire gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di 116,9 miliardi tra agosto 2024 e agosto 2025 (19,7 miliardi famiglie, 19 miliardi imprese e il restante agli altri settori: imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).
In questo quadro positivo, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni a settembre è leggermente sceso al 3,25% (3,28% nel mese precedente, 4,42% a dicembre 2023). Da un’analisi della Fabi – di cui riferisce Il Messaggero – emerge poi che la rata mensile per un mutuo da 100 mila euro a 25 anni si attesta a settembre a 492 euro, 56 euro in meno rispetto al settembre 2023 (ma in aumento rispetto ai 484 del dicembre 2024).
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