FMI: nel 2029 il debito pubblico mondiale supererà il PIL

Pubblicato il World Economic Outlook degli economisti di Washington. Corrette al rialzo le previsioni della crescita globale per il 2025. Lanciato allarme “bolla” per l’AI

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Debito pubblico mondiale superiore al PIL dal 2029, crescita globale 2025 superiore alle previsioni, rischi di bolla per l’Ai. Sono le principali indicazioni, non tutte convergenti, del World Economic Outlook pubblicato martedì dal Fondo Monetario Internazionale.

Iniziamo dal debito. Entro quattro anni, secondo gli economisti di Washington, il debito pubblico mondiale supererà il PIL, attestandosi ai massimi dal 1948, quando l’economia era in ginocchio a causa della Seconda Guerra Mondiale e alle prese con i costi per la ricostruzione.

Le preoccupazioni sono maggiori per le economie emergenti e in via di sviluppo, quelle che sperimenteranno gli aumenti più consistenti. Fra le economie avanzate, molte sono già sopra il 100%: fra queste figurano «Canada, Cina, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti», tutti Paesi con un debito elevato ma con rischi di bilancio considerati «moderati».

Per l’Italia, il Fondo prevede un aumento del debito fino al 2027, quando raggiungerà il picco del 138,5% del PIL prima di iniziare a calare. Ma l’Italia non è la sola a convivere con un debito elevato. Al di là del Giappone – che continuerà a viaggiare ben sopra il 220% – un balzo sarà sperimentato anche dagli Stati Uniti, che vedranno salire il loro debito dal 125,0% di quest’anno al 141,3% del 2029 e al 143,3% del 2030.

I dazi attenuano la crescita del disavanzo ma non la annullano. Il Congressional Budget Office – l’organismo indipendente incaricato di fornire analisi economiche al Congresso – ha stimato che il «big beautiful bill» del presidente, con i suoi tagli alle tasse, farà salire il debito di 4.100 miliardi in dieci anni. Un aumento che dovrebbe essere compensato dalle entrate derivanti dai dazi: se la Corte Suprema li confermerà, porteranno infatti nelle casse statali 4.000 miliardi.

Saldamente sopra al 100% la Gran Bretagna e la Francia. Anche la Grecia continua a contare su un disavanzo a tre cifre, ma in calo al 132,9% nel 2029, sotto il 137,3% dell’Italia. Per far fronte all’aumento significativo del disavanzo e per alleviare le pressioni di bilancio, i governi – è il suggerimento degli esperti di Washington – devono assumere «misure decise» per rafforzare la crescita economica e razionalizzare la spesa pubblica, privilegiando gli investimenti in settori come infrastrutture e istruzione, quelli in grado di far salire il PIL in modo più deciso.

Quanto all’Unione Europea, l’auspicio è di attuare «le raccomandazioni del rapporto pubblicato un anno fa dall’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi». In positivo, comunque, l’FMI ha ritoccato al rialzo le stime di crescita di Stati Uniti e Unione Europea. L’economia Usa segnerà un +2,0% quest’anno, 0,1 punti in più rispetto alle previsioni di luglio, mentre nel 2026 il PIL salirà del 2,1% (+0,1 punti).

Per la UE, il Fondo prevede una crescita dell’1,2% nel 2025 (+0,2 punti). Per il 2026 il PIL crescerà dell’1,1% (-0,1 punti). L’FMI conferma le stime per l’Italia nel 2025 e nel 2026: quest’anno il PIL crescerà dello 0,5% e il prossimo dello 0,8%. Infine, l’Outlook non manca di esprimere preoccupazioni per l’AI e le «aspettative eccessivamente ottimistiche»: un potenziale flop del boom AI potrebbe risultare grave come lo scoppio della bolla dot-com del 2000-2001. «I mercati potrebbero subire un brusco ribasso se l’AI non riuscisse a giustificare le elevate aspettative di profitto».

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