Pace fiscale: in arrivo la rottamazione quinquies

Il provvedimento annunciato nel corso della presentazione della legge di Bilancio 2026

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Giancarlo-Giorgetti
Giancarlo Giorgetti, Ministro dell'Economia e delle Finanze

È in arrivo una nuova rottamazione delle cartelle per regolarizzare i debiti con il fisco e giungere a quella che il governo definisce «pace fiscale». Quella che viene chiamata la Rottamazione quinquies, prendendo il nome dal progetto di legge presentato mesi or sono al Senato (e da cui in parte si differenzia), è stata presentata venerdì scorso nell’ambito dell’illustrazione della legge di bilancio 2026.

Riguarderà le cartelle esattoriali emesse dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, coinvolgendo una platea di contribuenti che l’esecutivo stima in circa 16 milioni di persone. Potrà aderire solo chi ha presentato la dichiarazione ma ha omesso il pagamento, mentre sarà escluso chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi e anche chi è stato oggetto di accertamento.

«Non è un condono per coloro che hanno fatto i furbi non dichiarando», ha messo in chiaro il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il debito potrà essere corrisposto in un’unica soluzione oppure rateizzato fino a 9 anni, con 54 rate bimestrali tutte di pari importo. Non è prevista alcuna rata minima iniziale: è stata accantonata l’ipotesi di fissarla a 100 euro.

Potranno aderire alla misura anche i tributi relativi agli enti locali, come ad esempio multe, IMU e TARI. Come già per le rottamazioni precedenti, il contribuente potrà estinguere i debiti versando le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le procedure esecutive e per i diritti di notifica.

Non saranno da corrispondere le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio. Sul punto, comunque, occorrerà attendere il testo definitivo del provvedimento, visto che il segretario della Lega Matteo Salvini, grande sponsor della rottamazione («Da oggi molti italiani in difficoltà possono vedere la luce»), ha incluso anche gli interessi nel calcolo del ravvedimento, a differenza di quanto prevede il progetto di legge del Senato. «Si paga il capitale più gli interessi, come un mutuo a lungo termine».

Comunque sia, dal beneficio si decadrà dopo due rate non pagate, anche non consecutive, ma – ha anticipato Giorgetti – con un meccanismo più punitivo rispetto alla Rottamazione quater: il debito residuo non sarà rateizzabile e dovrà essere, a quel punto, corrisposto in un’unica soluzione.

Sono esclusi da questa nuova definizione agevolata i debiti già oggetto di rottamazione con la quater (la definizione agevolata tuttora in corso, che riguarda i carichi fino al 30 giugno 2022). Chi al 30 settembre risulta in regola con i versamenti della quater non potrà infatti sospendere i pagamenti e passare alla quinquies: i debiti già «indicati» nelle domande di rottamazione quater, per i quali i pagamenti previsti sono regolari, non potranno essere inseriti nelle domande della Rottamazione quinquies.

La Rottamazione quinquies avrà maggiore fortuna di quelle che l’hanno preceduta? Il direttore dell’Agenzia delle Entrate e della Riscossione (Ader), Vincenzo Carbone, intervenendo in audizione al Senato nel marzo scorso, aveva spiegato che le misure di clemenza, pur realizzando importi significativi, «non hanno però inciso significativamente sulla riduzione del volume complessivo dei crediti ancora da riscuotere, costituito principalmente da quote di ammontare rilevante, le cui aspettative di riscossione, se non remote, sono comunque marginali rispetto all’entità del loro importo residuo». Per giunta, le rottamazioni (vedi tabella) hanno sempre registrato un tasso di decadenza – importo non corrisposto su importo da corrispondere – assai elevato, superiore in media al 50%.

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