Le imprese green italiane resistono meglio alle crisi e guidano la competitività europea

GreenItaly 2025 evidenzia come innovazione sostenibile ed economia circolare siano leve chiave per crescita e occupazione

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ESG

L’ultima edizione del Rapporto GreenItaly conferma che la transizione verde non è più solo una scelta etica, ma un vero e proprio fattore di competitività per l’Italia e per l’Europa. I dati, frutto di un’analisi condotta dalla Fondazione Symbola insieme a Unioncamere e al Centro Studi Tagliacarne, mostrano come le imprese che investono in tecnologie sostenibili – dall’efficienza energetica ai materiali circolari, dai sistemi fotovoltaici di nuova generazione all’idrogeno – non solo riducano le emissioni, ma migliorino anche produttività e performance industriale.

In particolare, le aziende europee con brevetti green registrano in media una produttività superiore del 17% rispetto alle altre, dimostrando che la sostenibilità può diventare un moltiplicatore di valore concreto. Tra il 2019 e il 2024 più di un’impresa extra-agricola su tre ha realizzato eco-investimenti, con un totale di 578.450 realtà attive nella transizione green, mentre nel 2024 i green jobs hanno raggiunto quota 3,3 milioni, pari al 13,8% dell’occupazione nazionale, confermando una crescita costante e consolidata.

Le performance regionali evidenziano un Nord-Ovest trainante, ma con il Mezzogiorno in crescita, e primati storici per Lombardia, Veneto, Lazio, Campania ed Emilia-Romagna, con Milano e Roma a guidare la classifica provinciale delle città più green.
L’Italia eccelle anche nel riciclo e nella gestione dei rifiuti, con un tasso di avvio a riciclo del 92,6% – ben sopra la media europea – e un riciclo degli imballaggi che raggiunge il 76,7%, trainato da carta, vetro e acciaio, mentre plastica e materiali biodegradabili mostrano i tassi di crescita più rapidi. Filiere come quella degli oli minerali e dei pneumatici fuori uso confermano l’efficienza del modello italiano, con benefici significativi in termini di riduzione di CO₂ e risparmio di risorse fossili.

Come sottolineano i vertici di Symbola e Unioncamere, il vero ostacolo oggi non è la volontà delle imprese, che dimostrano fiducia nella sostenibilità, ma la carenza di professionisti qualificati per i green jobs, un elemento chiave per tradurre gli investimenti in vantaggio competitivo. L’Italia, quindi, grazie all’economia circolare, all’innovazione tecnologica e alle scelte coraggiose promosse dall’Unione Europea e dal PNRR, non solo affronta meglio le crisi, ma si prepara a giocare un ruolo di leadership alla COP30 e oltre, dimostrando che la transizione verde può diventare la leva principale per un futuro industriale e sociale più sostenibile e competitivo.

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