Composizione negoziata: ancora inutilizzato l’accordo sui debiti fiscali

In un anno raggiunte soltanto 3 intese e presentate appena 159 proposte

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L’accordo transattivo sui debiti tributari previsto dal Codice della crisi nell’ambito della composizione negoziata della crisi stenta ancora a decollare ad un anno dalla sua entrata in vigore. Lo sottolinea un articolo de Il Sole 24 Ore, facendo presente che dal 29 settembre 2024 (data dalla quale tale accordo poteva essere proposto) sono stati chiusi solo tre accordi e le proposte presentate nell’ambito della composizione negoziata sono state 169, una modestissima percentuale dei percorsi avviati in quest’ultimo anno.

Le questioni controverse, sottolinea il giornale, ancorché agevolmente superabili, sono più d’una.
C’è innanzitutto una questione che attiene alla veridicità dei dati. La norma prevede che la proposta deve essere corredata da una relazione sulla completezza e veridicità dei dati aziendali redatta dal revisore legale del soggetto proponente, se esistente, ovvero, in caso contrario, da un revisore legale a tal fine designato. Spesso si manifestano fraintendimenti, peraltro non insormontabili, su come la relazione deve essere redatta.

La legge poi non richiede l’attestazione della fattibilità del piano. Ciononostante, ai fini della valutazione della proposta di accordo le agenzie fiscali hanno bisogno, oltre che dell’attestazione della convenienza e della relazione sulla veridicità dei dati aziendali, anche di un’attestazione della fattibilità del piano, poiché solo grazie a tale elaborato la convenienza della proposta può essere considerata concreta, e non solo ipotetica, e le probabilità del risanamento possono essere compiutamente valutate. Pertanto, pur non trattandosi di un obbligo, è interesse del debitore – sottolinea ancora Il Sole – presentare alle agenzie fiscali, oltre a un piano di risanamento vero e proprio e non solo un progetto di piano, anche la relativa attestazione di fattibilità.

In un altro articolo dedicato allo stesso argomento, Italia Oggi riporta un documento del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti (Cndcec) e della Fondazione nazionale commercialisti (Fnc) redatto al fine di promuovere l’uso di questa norma e sensibilizzare gli operatori. I commercialisti evidenziano la necessità di istruzioni chiare da parte dell’Agenzia delle Entrate per uniformare le risposte sul territorio nazionale e facilitare le composizioni negoziate della crisi. Secondo loro, l’accordo transattivo potrebbe accelerare il risanamento delle imprese e portare benefici alle casse erariali. Il documento riporta dati significativi sull’indebitamento fiscale delle imprese italiane, che nel 2023 ha superato i 55 miliardi di euro, con la maggior parte del debito attribuito alle piccole e medie imprese (PMI).

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