Europa: la qualità del credito rimarrà resiliente anche nel 2026, dicono gli analisti

In un articolo S&P sintetizza i giudizi delle principali agenzie di rating; comunque gli accantonamenti su perdite delle 45 maggiori banche aumentati a €12,28 mld nel terzo trimestre (+7,2%)

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La qualità degli asset delle banche europee è resiliente nonostante l’aumento degli accantonamenti. È quanto scrive S&P Global Market Intelligence che, in un articolo, ha sintetizzato i giudizi degli analisti sull’andamento del credito nel continente.
Gli accantonamenti aggregati per perdite su crediti di 45 tra le maggiori banche europee – scrive S&P – sono aumentati del 7,2% su base trimestrale, raggiungendo i 12,28 miliardi di euro nel terzo trimestre. Si tratta di un incremento annuo dell’11,7%, il valore più alto dal quarto trimestre del 2023. Si equivale sostanzialmente il numero degli istituti creditizi che hanno registrato un aumento dell’NPL ratio e quello delle banche che, viceversa, hanno mostrato una diminuzione.

In particolare, ventuno dei 45 istituti di credito hanno registrato un rapporto tra crediti deteriorati (NPL) e impieghi a breve termine inferiore nel terzo trimestre rispetto al trimestre precedente, mentre 19 hanno registrato un rapporto più elevato. Il rapporto è rimasto invariato per cinque istituti di credito.

Gli analisti prevedono che la qualità degli asset delle banche europee rimarrà resiliente, nonostante i rischi geopolitici e commerciali rimangano elevati e nonostante la persistente debolezza di alcuni mercati immobiliari commerciali, senza che si preveda alcun deterioramento sostanziale per il 2026.
«La qualità degli asset non si è deteriorata in modo significativo e le banche non prevedono cambiamenti nel breve termine», ha affermato S&P Global Ratings. Parte dell’aumento degli accantonamenti è legato all’esposizione al mercato immobiliare commerciale, tra cui per alcuni istituti di credito austriaci, HSBC Holdings PLC con sede nel Regno Unito e Standard Chartered PLC a Hong Kong, e la tedesca Deutsche Bank AG, ha sottolineato ancora la stessa agenzia di rating.

Anche Morningstar DBRS non prevede alcun deterioramento significativo nel 2026, sebbene abbia avvertito che sfide macroeconomiche come i dazi statunitensi e i rischi specifici per Paese potrebbero determinare un modesto aumento dei rapporti NPL e del costo del rischio (CoR) delle banche europee. I rating hanno inoltre segnalato i rischi geopolitici e commerciali come potenziali fattori sfavorevoli. «Molte banche in Europa hanno beneficiato di bassi accantonamenti per perdite su crediti, poiché la qualità degli asset è rimasta elevata, anche se questo è un fattore positivo che prevediamo si attenuerà», ha scritto DBRS. Più in dettaglio, l’ungherese OTP Bank Nyrt (a causa delle sue esposizioni in Russia) e le francesi Groupe BPCE e Société Générale SA sono stati tra gli istituti di credito che hanno registrato il più netto deterioramento della qualità degli asset nel terzo trimestre.

Le banche europee con un’esposizione residua verso la Russia sono state sottoposte a pressioni affinché abbandonassero il Paese dopo la guerra in Ucraina. Venendo all’Italia, la qualità degli attivi è migliorata maggiormente presso BPER e MPS. BPER Banca, tuttavia, ha registrato il secondo maggiore incremento trimestrale nei prestiti di fase 2 tra le banche comprese nel campione. La debolezza del settore aziendale potrebbe determinare un modesto aumento dei tassi di default in Italia, ma è improbabile che ciò abbia un impatto significativo sulla qualità degli asset dei creditori nel 2026, ha scritto Scope Ratings. «La qualità degli asset dovrebbe rimanere solida grazie alla gestione proattiva del rischio e alle misure di intervento precoce delle banche», ha osservato l’agenzia, aggiungendo che prevede che il deterioramento della qualità degli asset sarà minimo nel 2026.

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