CRIF: credito alle famiglie in ripresa nel 2025

Consumi prudenti ma fiducia in aumento: trainano prestiti personali, cessione del quinto e mutui casa

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Secondo l’ultima ricerca CRIF, nei primi nove mesi del 2025 il credito alle famiglie italiane riprende finalmente slancio dopo una fase di attesa e incertezza. La domanda resta positiva, sostenuta dal cambio di passo della politica monetaria e da un mercato del lavoro che, pur con qualche ombra, tiene, mentre le famiglie continuano a muoversi con cautela, privilegiando il risparmio e i progetti di vita più importanti.

L’analisi di CRIF evidenzia una crescita del credito al consumo del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, trainata soprattutto dai prestiti personali, in aumento del 10,2%, e dalla cessione del quinto dello stipendio e della pensione, che segna un +10,5%, strumenti sempre più utilizzati anche grazie alla diffusione dei canali digitali.

In controtendenza si muovono invece i prestiti finalizzati, in particolare quelli legati all’acquisto di auto e moto, che calano del 2,5%, risentendo della frenata delle vendite di veicoli nuovi, mentre restano sostanzialmente stabili i finanziamenti per altri beni e servizi, nonostante il contributo delle soluzioni «small ticket» legate all’eCommerce e agli acquisti in negozio. In lieve flessione anche le rateizzazioni tramite carte di credito, segnale di un settore in trasformazione sempre più vicino al mondo dei pagamenti.

A sorprendere in positivo è soprattutto il mercato dei mutui immobiliari che, come rileva CRIF, nei primi nove mesi del 2025 registra un balzo del 30,4% dei flussi, favorito dai tagli ai tassi della BCE e da condizioni di offerta più accessibili. I mutui per l’acquisto di abitazioni crescono del 29% e rappresentano oltre l’80% delle erogazioni totali, sostenuti anche dalla diffusione dei mutui green e da una ripresa delle compravendite residenziali.

Prosegue anche la corsa alle surroghe, in aumento del 51,3%, utilizzate dalle famiglie per alleggerire il peso delle rate sottoscritte negli anni dei tassi elevati, anche se iniziano a emergere i primi segnali di riduzione del bacino di mutui rinegoziabili.

Sul fronte della qualità del credito, la ricerca CRIF restituisce un quadro nel complesso rassicurante: la rischiosità del credito alle famiglie si attesta all’1,5% a settembre 2025, su livelli contenuti e in linea con il periodo pre-pandemia, pur con un lieve aumento rispetto alla fine del 2024. Nel credito al consumo si osserva solo una moderata crescita dei default, soprattutto nei prestiti personali, mentre i mutui ipotecari continuano a mostrare un’elevata solidità, con un tasso di default intorno allo 0,5%, anche grazie al ruolo delle surroghe e agli strumenti pubblici di garanzia a sostegno dei giovani e delle famiglie più fragili.

Guardando avanti, CRIF prevede che dal 2026 il mercato del credito alle famiglie entrerà in una fase di consolidamento, in un contesto ancora segnato da tensioni internazionali, dal graduale rientro del debito pubblico e dal contributo del PNRR, con una crescita che proseguirà ma con passo misurato, guidata soprattutto dai mutui casa e, nel credito al consumo, dai prestiti personali e dalla cessione del quinto.

A fare da sfondo a questa evoluzione, conclude la ricerca CRIF, ci sono anche i grandi fattori di cambiamento del settore finanziario, dall’intelligenza artificiale alla nuova regolamentazione sul credito ai consumatori fino alla transizione climatica, che rende sempre più strategico il finanziamento per l’efficientamento energetico delle abitazioni e conferma come il credito alle famiglie resti uno degli indicatori più efficaci per leggere lo stato di salute dell’economia reale.

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