Quasi 40 milioni di euro destinati a non entrare mai nelle casse pubbliche rappresentano una zavorra pesantissima per il bilancio del Comune di Mantova, una cifra che fotografa le difficoltà strutturali nella riscossione dei crediti comunali di dubbia esigibilità.
Si tratta in gran parte di entrate previste negli anni passati e mai incassate, confluite nel Fondo crediti di dubbia esigibilità come imposto dalla normativa vigente e riconducibili soprattutto a multe per violazioni del Codice della strada, sanzioni amministrative e abusi edilizi rimasti senza seguito.
I mancati pagamenti sono spesso legati a soggetti ormai irreperibili, deceduti o a imprese fallite, come nel caso di un’azienda di Goito responsabile di escavazioni abusive nell’area di Valdaro, sanzionata per circa 10 milioni di euro ma oggi fallita e con responsabilità prescritte.
Per legge, queste somme non possono essere utilizzate nel bilancio di previsione e, trascorsi tre anni di insolvenza, vengono definitivamente cancellate, trasformando di fatto il credito in una perdita secca per l’ente. La vicenda, ricostruita dal quotidiano La Voce di Mantova, mette in luce come i meccanismi contabili nascondano una realtà amara, fatta di recuperi limitati e di riscossioni che faticano a superare il 30% delle somme dovute.
Nel triennio precedente la prescrizione, i crediti comunali da multe non pagate ammontano a circa 20 milioni di euro, ma nel 2025 il Comune ne ha recuperato solo un terzo, soprattutto attraverso l’Imu.
Il sistema finisce per penalizzare i proprietari di immobili, mentre chi non ha beni intestati sfugge più facilmente ai pagamenti, come dimostra anche il caso del campo nomadi di via Guerra, da cui il Comune attendeva circa mezzo milione di euro: solo dal 2024, con l’installazione di contatori individuali, è stato possibile avviare una riscossione ordinata delle utenze, mentre il pregresso è ormai considerato definitivamente perso.
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