L’evento «Piano Casa Italia – Le proposte di Confindustria Assoimmobiliare», tenutosi a Roma, è stata l’occasione per mettere sul tavolo numeri, soluzioni e soprattutto richieste concrete al governo, spiega una nota dell’associazione confindustriale.
Alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e di vari esponenti parlamentari, è emersa una cifra che fotografa senza mezzi termini la portata della sfida: nei prossimi anni serviranno 635.000 nuove unità abitative, e per realizzarle occorreranno 170 miliardi di euro di investimenti.
Non solo nuove costruzioni, ma anche riconversione di edifici esistenti, rigenerazione urbana, e modelli abitativi più flessibili e moderni.
«I nostri associati hanno già realizzato negli ultimi anni 1,7 milioni di metri quadrati di edilizia residenziale sociale, pari a circa 24.500 alloggi», ha affermato Davide Albertini Petroni, presidente di Confindustria Assoimmobiliare, «ma non è sufficiente». Secondo Petroni, un mercato immobiliare più efficiente e competitivo, in grado di attrarre anche capitali internazionali, non può prescindere da una legislazione chiara, stabile e allineata agli standard europei.
Il cuore della proposta dell’Associazione è un pacchetto di otto misure, tecniche ma estremamente mirate, pensate per rimuovere le barriere all’investimento professionale nel settore abitativo. Si va dalla revisione della fiscalità dei fondi immobiliari alla possibilità di optare per l’IVA sulle locazioni da parte di operatori professionali, dal dimezzamento dell’aliquota IVA sulle locazioni all’esenzione IMU per gli immobili residenziali concessi in affitto come abitazione principale, passando per una maggiore flessibilità nei cambi di destinazione d’uso e per l’accelerazione nei permessi edilizi destinati all’housing sociale, per studenti, anziani o famiglie con reddito medio. Tutte misure che, se implementate, potrebbero incentivare modelli come il «Build to Rent», cioè la costruzione di alloggi pensati fin dall’inizio per la locazione.
«Solo così il nostro mercato residenziale potrà diventare attrattivo non solo per i fondi pensione e per le compagnie assicurative, attualmente i principali player di settore, ma anche per gli attori internazionali», ha sottolineato Petroni, indicando nell’affordable housing la vera chiave per affrontare l’emergenza abitativa. In questo scenario, la richiesta di certezza giuridica – come l’introduzione di un termine massimo di 60 giorni per impugnare i titoli edilizi – diventa essenziale per garantire agli investitori stabilità e affidabilità nel lungo periodo.