PMI europee e transizione ecologica: accelerazione decisa, ma restano freni finanziari

Il 90% delle aziende medie in Europa spinge sulla decarbonizzazione: clienti e regolatori al centro delle strategie, ma mancano risorse e chiarezza normativa

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La transizione ecologica non è più una tendenza, ma una leva strategica concreta per le PMI europee. A confermarlo – riferisce Teleborsa – è la terza edizione del Climate Transition Barometer di Argos Wityu e Boston Consulting Group, che ha coinvolto 700 aziende di medie dimensioni in sette Paesi, includendo per la prima volta anche il Regno Unito.
L’88% delle aziende intervistate considera la transizione climatica «importante» o «critica», e per l’85% la riduzione delle emissioni di gas serra rappresenta una vera e propria opportunità di crescita, con un balzo di 18 punti percentuali rispetto al 2024.
Il dato è in forte aumento in tutti i settori, incluso l’agroalimentare, dove l’attenzione per la decarbonizzazione è passata dal 50% all’80% in appena un anno.

Nonostante un contesto economico e politico incerto, le PMI non rallentano: quasi una su due ha già avviato investimenti in decarbonizzazione e una su tre opera con una roadmap chiara e strutturata, triplicando il livello di maturità rispetto al 2023. Anche tra chi non ha ancora fatto il passo, il 65% prevede di misurare la propria carbon footprint entro tre anni.

Il vero ostacolo resta però la questione economica: il 62% delle aziende individua nei vincoli finanziari la principale barriera all’azione, seguita dalla complessità normativa.
A sostenere il cambio di passo sono soprattutto le pressioni del mercato. Il 63% delle aziende indica come primo driver l’attrattività verso i clienti, mentre il 29% vede nella decarbonizzazione un vantaggio competitivo già tangibile. Il 53% si aspetta che diventi un elemento distintivo chiave, capace di aprire nuovi mercati e rafforzare la posizione nel proprio settore.

Le normative ambientali rappresentano la seconda forza trainante: il 70% delle imprese le considera determinanti per strutturare la propria strategia, anche se oltre la metà denuncia la scarsa chiarezza e l’eccessiva complessità dei requisiti.
«Le imprese medie rientrano nello Scope 3 delle grandi aziende e ne rappresentano circa il 60% delle emissioni indirette. Questo le rende centrali nella transizione dell’intera catena del valore», ha evidenziato Ferrante Benvenuti, managing director di BCG.

Proprio questa interdipendenza alimenta una pressione crescente, soprattutto nel B2B. In questo contesto, emerge anche il ruolo strategico dei fondi di investimento, che stimolano l’accelerazione verso modelli sostenibili:
«Tra le aziende supportate da fondi, il 13% in più ha già intrapreso azioni di decarbonizzazione rispetto a quelle indipendenti», ha dichiarato Simon Guichard, partner di Argos Wityu.

Il quadro che ne esce è chiaro: la transizione ecologica non è più un obbligo da regolamento, ma una partita decisiva per la competitività, che richiede risorse mirate e alleanze strategiche.