Accordo dazi USA-UE: rischi gestibili dalle banche italiane, dice Scope Ratings

L'impatto delle nuove tariffe sarà contenuto e sostenibile per il sistema bancario, secondo un'analisi dell'agenzia Scope

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Gli impatti derivanti dall’accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea saranno gestibili dal settore bancario italiano. È quanto afferma un report di Scope Ratings, secondo cui gli istituti di credito della penisola affrontano «rischi relativamente contenuti sulla qualità degli attivi derivanti dai nuovi dazi statunitensi, anche se effetti di secondo livello potrebbero incidere sulla redditività».

«Prevediamo che l’accordo commerciale UE-USAha sottolineato Alessandro Boratti, lead analyst di Scope Ratings avrà un impatto limitato sui profili creditizi delle banche italiane, sebbene possa potenzialmente avere ripercussioni significative su alcuni settori dell’economia italiana».

Le banche italiane hanno spalle robuste per sopportare il peso dei dazi. «Dal punto di vista del rischio di credito, i loro bilanci sono i più solidi dalla crisi finanziaria globale, grazie a anni di riduzione del rischio e a una migliore gestione del credito. A marzo 2025, il rapporto lordo sui crediti deteriorati (NPL) del settore era pari al 2,8%, in netto calo rispetto al 17,1% registrato in passato. Dalla pandemia in poi, le banche hanno accumulato consistenti accantonamenti non assegnati per perdite su crediti, la maggior parte dei quali è ancora disponibile e funge da cuscinetto contro un eventuale peggioramento inatteso della qualità del credito». Inoltre UniCredit, Intesa e Banco BPM dispongono di accantonamenti extra equivalenti rispettivamente a circa 40, 20 e 15 punti base dei prestiti alla clientela.

«Forse ancora più rilevante è il fatto che la redditività delle banche italiane è più che raddoppiata negli ultimi tre anni. Il rendimento medio sulle attività ponderate per il rischio delle sette banche del nostro campione è stato del 3,1% nel 2024, rispetto all’1,2% del 2021. Ciò significa che, sebbene i rischi siano orientati al ribasso, il punto di partenza favorevole consente alle banche italiane di assorbire una certa pressione sui ricavi senza compromettere in modo significativo la capacità di coprire le perdite su crediti con la redditività operativa ordinaria».