BCE: le scelte di politica monetaria saranno guidate dai dati

Il Bollettino economico della Banca centrale sottolinea che la domanda interna e la spesa pubblica sostengono l’economia e che l’incertezza commerciale è ridotta

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La Banca Centrale Europea intende confermare un approccio alla politica monetaria guidato dai dati, dopo aver rilevato che l’economia dell’Eurozona continua a crescere in modo moderato. Lo sottolinea il Bollettino Economico della Banca centrale che, nella sua ultima riunione, ha lasciato invariati i tassi d’interesse.

I dati dicono che l’inflazione è stimata intorno al 2,1% per l’intero 2025 e che la crescita dello 0,7% registrata nel primo semestre del 2025 è stata sostenuta principalmente dalla domanda interna, favorita dai piani di stimolo fiscale e dagli investimenti pubblici in infrastrutture e difesa, mentre le esportazioni hanno perso terreno a causa delle incertezze commerciali degli scambi internazionali.

Il mercato del lavoro resta un punto di forza con un tasso di disoccupazione al 6,2%, stimolando consumi e investimenti privati, supportati anche dalle precedenti riduzioni dei tassi. I rischi per la crescita appaiono ora più bilanciati: tensioni geopolitiche, peggioramento delle relazioni commerciali e turbolenze nei mercati finanziari potrebbero frenare l’espansione, ma l’aumento della spesa pubblica, riforme per la produttività e un rafforzamento della fiducia delle imprese potrebbero stimolare ulteriormente l’economia.

La BCE sottolinea l’importanza di politiche strutturali e investimenti strategici per consolidare la competitività e la resilienza dell’area euro, seguendo le raccomandazioni della Commissione europea e gli interventi suggeriti in passato per sostenere la crescita a lungo termine.

Nel Bollettino è contenuta anche una simulazione sugli effetti macroeconomici di un incremento continuo della spesa militare nel continente. Gli economisti di Francoforte hanno stimato che un aumento persistente ma graduale della spesa militare pari all’1% del PIL in tre anni è associato a un moltiplicatore del PIL dello 0,93 in due anni e a un impatto modesto sull’inflazione pari in media a 0,07 punti percentuali in due anni, nelle diverse tipologie di modello. È stato comunque riscontrato un notevole grado di eterogeneità nei modelli utilizzati per la simulazione, con moltiplicatori del PIL compresi tra 0,42 e 1,13.

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