La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati da Andrea Monorchio e Fiorenzo Sbabo, già ai vertici della Banca Popolare di Vicenza, rendendo definitive le sanzioni inflitte dalla Banca d’Italia nel 2017 per gravi irregolarità nella gestione dell’istituto, poi finito in liquidazione coatta amministrativa.
Ne dà notizia Radiocor, ricordando che Monorchio, per molti anni Ragioniere Generale dello Stato (dal 1989 al 2002), all’epoca vicepresidente del CdA, dovrà pagare una multa da 163mila euro per carenze nell’organizzazione aziendale, nella gestione dei rischi e nei controlli interni, nonché per gravi mancanze nel governo societario. Sbabo, consigliere di amministrazione, è stato sanzionato per 94mila euro per responsabilità analoghe.
La Suprema Corte, richiamando quanto già stabilito dalla Corte d’Appello di Roma nel 2020, ha sottolineato la presenza di «segnali di allarme plurimi, univoci e gravi», ignorati colpevolmente dai ricorrenti. In particolare, ha stigmatizzato «i meccanismi di finanziamento adottati dalla Banca a supporto degli aumenti di capitale del 2013 e 2014», che avrebbero «compromesso il principio di effettività del capitale sociale». Una vicenda che conferma l’importanza della vigilanza e della responsabilità nei ruoli apicali delle istituzioni finanziarie, anche alla luce dei rischi reputazionali e sistemici connessi.