Direttiva SMD, per Fitch Ratings potrebbe rafforzare il quadro di governance dei servicer

L'agenzia evidenzia come le nuove norme europee ampliano il potere regolamentare di Bankitalia sui servicer. Ciò potrebbe determinare miglioramenti nelle loro strutture di governo societario oltre che incidere sui costi da essi sostenuti

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In Italia è in fase di recepimento la Direttiva 2021/2167 sui gestori e gli acquirenti di crediti deteriorati, la cosiddetta SMD, Secondary Market Directive. Il provvedimento punta a incoraggiare lo sviluppo di mercati secondari degli NPL all’interno dell’Ue e a irrobustire i presidi posti a tutela dei debitori ceduti. Ora anche Fitch Ratings interviene sul tema: secondo l’agenzia l’attuazione delle nuove norme europee in Italia contribuirebbe a migliorare gli standard operativi nel mercato dei servicer e anche rafforzare i quadri di governance aziendale di questi ultimi, ampliando la supervisione operata dalla Banca d’Italia sul settore.

Tuttavia, ammonisce Fitch, tutto dipenderà da come la direttiva verrà recepita nel nostro ordinamento. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, e in particolare il Dipartimento del Tesoro, ha lanciato a gennaio una consultazione pubblica sullo schema di decreto legislativo che recepirebbe il provvedimento, che si è conclusa il 29 febbraio. Ora si attende che Bankitalia ne illustri i risultati.

In particolare, secondo quanto ipotizzato dal decreto posto in consultazione, la nuova disciplina troverebbe spazio nel TUB, il Decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 “Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia”, attraverso l’introduzione nel Titolo V di un nuovo Capo II, dedicato all’attività di acquisto e gestione di crediti in sofferenza. Qui troverebbero posto le norme sulla nuova figura di intermediario introdotta dalla SMD, il “gestore di crediti in sofferenza”, autorizzato e vigilato dalla Banca d’Italia.

“Secondo la SMD tutti gli special servicer italiani che ora gestiscono i prestiti NPL sarebbero regolamentati dalla Banca d’Italia. Ad oggi – evidenzia Fitch – Bankitalia regola i servicer che sono banche o intermediari finanziari autorizzati ai sensi dell’articolo 106 del TUB. La direttiva Ue estenderebbe quindi in modo significativo il suo mandato regolamentare in relazione al servizio degli NPL in Italia”.

I nuovi poteri di Bankitalia sui servicer e il loro impatto

“Ad oggi – prosegue l’agenzia di rating – Bankitalia regola meno della metà di tutti i servicer italiani con rating Fitch. Coloro che rientreranno nel mandato esteso della Banca d’Italia dovranno richiedere l’autorizzazione alla Banca d’Italia entro il 29 giugno 2024 per continuare le loro operazioni. I servicer italiani che decidono di richiedere l’autorizzazione dovranno garantire che le loro strutture, la governance e il trattamento dei mutuatari siano conformi ai nuovi requisiti normativi. La portata e la tempistica di questi cambiamenti dipenderanno dalle linee guida finali della Banca d’Italia”.

Negli ultimi due anni l’attività della Banca d’Italia sui master servicer regolamentati ha portato a cambiamenti nelle loro strutture di governo societario volti a rafforzarne la supervisione. Perciò gli esperti di Fitch ritengono che una maggiore regolamentazione da parte della Banca d’Italia degli special servicer potrebbe portare risultati analoghi migliorando i quadri di governance. Cambiamenti che tuttavia avranno un costo, il quale potrebbe incidere sulla redditività dei servicer.

Verso una riorganizzazione del settore NPL

Inoltre, sottolinea l’agenzia, la direttiva SMD potrebbe aumentare la concorrenza consentendo ai servicer europei ma non italiani di operare in Italia, a condizione che siano stati autorizzati a svolgere la gestione degli NPL nel loro paese d’origine. Nel frattempo, alcuni servicer italiani potrebbero scegliere di provare a limitare i costi di compliance concentrandosi sul mercato degli UTP, riducendo gli asset NPL in gestione.

Questi sviluppi potrebbero contribuire alla continua riorganizzazione del settore dei servizi in Italia. Fitch ritiene molto probabile un ulteriore consolidamento nel 2024 poiché i servicer cercheranno di mantenere i propri volumi di attività, talvolta ampliando la gamma di tipologie di prestiti serviti e di prodotti offerti. Il consolidamento può avere un impatto sul rating attraverso cambiamenti nella proprietà, nella strategia aziendale, nei sistemi di governo societario e nel personale del servicer.