Euro digitale, la Bce verso la svolta: Panetta rassicura le banche su costi e liquidità

Alla Giornata Mondiale del Risparmio il Governatore della Banca d’Italia conferma l’imminente avvio della fase di sviluppo e definisce «contenuti» gli oneri per gli istituti di credito. Patuelli (Abi): «Processo ineluttabile, ma attenzione ai costi a consuntivo»

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Euro Digitale

Alla vigilia della riunione del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, che si conclude oggi a Firenze, il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta annuncia che l’Eurotower deciderà se avviare la fase di sviluppo dell’euro digitale. «In caso di decisione positiva, la fase di sviluppo inizierà a novembre», ha dichiarato Panetta nel suo intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio, ricordando – spiega Radiocor – che la decisione finale sull’emissione dipenderà dall’approvazione del regolamento europeo attesa entro il 2026.

L’obiettivo, ha aggiunto, è avviare una fase di prova nel 2027 per essere pronti all’introduzione nella prima metà del 2029, offrendo ai cittadini europei una moneta pubblica complementare al contante e ai mezzi di pagamento privati. Panetta ha sottolineato come l’euro digitale rappresenti per il sistema bancario un’opportunità strategica più che una minaccia: una moneta accessibile a tutti, a basso costo, in grado di coniugare sicurezza, privacy e inclusione finanziaria. Secondo il Governatore, gli intermediari vigilati, unici autorizzati a distribuirla, potranno ampliare la gamma dei servizi digitali mantenendo il rapporto diretto con la clientela e operando su scala paneuropea. Un vantaggio, ha detto, che riguarderà anche le piccole banche, oggi penalizzate dalla frammentazione del mercato dei pagamenti.

Quanto al rischio di disintermediazione, Panetta ha precisato che l’equilibrio tra moneta pubblica e privata sarà preservato. I portafogli digitali avranno limiti di detenzione e non saranno remunerati, con la possibilità di pagamenti offline in caso di emergenze.

Nel dibattito è intervenuto anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che ha definito l’euro digitale «un processo ineluttabile», pur sollevando interrogativi sui costi. «Mi auguro che siano solo quelli stimati dalla Bce», ha detto, ricordando che si tratta di un’opera pubblica, e come tutte le opere pubbliche comporta costi preventivi e consuntivi. Patuelli ha inoltre richiamato l’attenzione sull’impatto potenziale sulla liquidità, che dipenderà dalle regole europee in via di definizione, escludendo però l’ipotesi di un trasferimento dei costi sulla clientela: «È una solfa che inizia a stufarmi, non facciamo processi alle intenzioni».

A stretto giro è arrivata la replica di Panetta, che ha rassicurato che i costi per le banche saranno contenuti, finanziati principalmente dall’eurosistema, e ha evidenziato il vantaggio strategico di riportare sotto controllo europeo un mercato dei pagamenti oggi dominato da operatori stranieri. La liquidità resterà garantita dalla banca centrale, in attesa della decisione del Consiglio della Bce che potrebbe aprire la strada all’introduzione dell’euro digitale.

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