Nel 2024 l’Italia si è confermata ottava a livello mondiale per ricchezza finanziaria, con un patrimonio complessivo stimato in circa 6.900 miliardi di dollari, segnando però un calo dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Questo lieve arretramento è riconducibile a un contesto di mercato meno favorevole rispetto ad altre economie globali, ma non intacca le prospettive di medio termine.
Infatti, secondo l’ultima edizione del «Global Wealth Report 2025» di Boston Consulting Group, la ricchezza finanziaria degli italiani è destinata a una crescita significativa, con previsioni che la portano a superare i 9.400 miliardi di dollari entro il 2029, grazie a un tasso di crescita medio annuo del 6,5%. Parallelamente, anche gli asset reali, dopo una diminuzione nel 2024, sono attesi in ripresa nei prossimi anni.
Il patrimonio degli italiani è distribuito tra diverse tipologie di investimenti, con una forte propensione verso strumenti a rendimento più elevato come azioni e fondi comuni, che rappresentano il 40% del totale e che, entro il 2029, dovrebbero crescere fino al 43%, superando la media europea e quella globale. Questa tendenza riflette un interesse crescente verso prodotti di risparmio gestito, in linea con la presenza di oltre 500.000 milionari nel Paese, una cifra in crescita, soprattutto nel segmento degli ultra-ricchi con patrimoni superiori ai 100 milioni di dollari.
Il 48% della ricchezza finanziaria è concentrato proprio tra i milionari, mentre una larga fetta rimane nelle mani di clienti con patrimoni fino a un milione. A livello globale, la ricchezza netta continua a crescere, anche se con ritmi più moderati rispetto agli anni precedenti, raggiungendo 512.000 miliardi di dollari nel 2024.
A trainare questa crescita sono soprattutto i mercati azionari, in particolare nel Nord America, che ha registrato un incremento di quasi il 15%, e nella regione Asia-Pacifico, in forte espansione grazie a Cina, India e paesi del Sud-est asiatico. L’Europa occidentale mostra invece una crescita più contenuta, influenzata da fattori come il deprezzamento delle valute e un quadro macroeconomico più complesso.
Nel contesto dei centri di gestione patrimoniale internazionali, la Svizzera rimane leader, anche se Hong Kong e Singapore stanno rapidamente guadagnando terreno, con stime che prevedono un significativo cambiamento di posizioni entro pochi anni.
Il report sottolinea inoltre che la crescita futura non potrà più affidarsi solo all’andamento dei mercati, ma richiederà modelli di sviluppo più solidi, basati su consulenza di qualità, uso intelligente dei dati e nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale generativa. Fondamentale sarà anche ripensare il rapporto con i clienti, in particolare con le nuove generazioni, puntando su esperienze digitali ibride e personalizzate. Solo così i player del settore potranno consolidare la propria leadership e favorire una crescita organica sostenibile nei prossimi anni.