Pagamenti medi a 84 giorni dalla prestazione: ecco i tempi per Pubblica Amministrazione e imprese

Secondo un sondaggio Assifact, condotto tra i propri associati, gli enti pubblici versano le somme dovute entro quattro mesi, mentre i privati in circa 86 giorni

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Alessandro Carretta, segretario generale Assifact

Si aggirano attorno agli 84 giorni dalla prestazione effettuata i tempi del versamento del dovuto da parte di istituti privati e amministrazioni pubbliche. A scoprirlo è un recente sondaggio Assifact, condotto tra i propri associati. Il tempo medio di pagamento (DSO-Days Sales Outstanding) dei crediti commerciali ceduti nell’anno 2023 è superiore ai valori degli anni precedenti e in particolare è il più alto da dicembre 2021.

Alla PA servono oltre quattro mesi, ai privati più di due

L’Associazione italiana per il factoring fa notare come mentre per gli enti pubblici si registri un progresso, per i privati le tempistiche si siano allungate. Se si considerano solo le Pubbliche Amministrazioni, c’è stato un significativo miglioramento dei tempi di pagamento, che oggi si attestano a 143 giorni. Si deve cioò attendere oltre i quattro mesi, tuttavia però rispetto al 2022 il valore è di circa 12 giorni in meno.

Si allungano di poco invece i tempi per i privati: quasi un giorno in più rispetto al 2022. Il dato registrato a dicembre 2023, di 79 giorni, è il più alto del post-Covid. Un dato che conferma il rallentamento nei pagamenti da parte dei soggetti privati in corso da oltre un anno.

I problemi dei pagamenti commerciali – fa notare l’associazione di categoria istituita nel 1988 – non si esauriscono nei ritardi, ma sono il riflesso anche di processi e relazioni con i fornitori. Nel 2023 infatti il lieve incremento dei tempi di pagamento è bilanciato da un miglioramento degli indicatori di qualità dei comportamenti dei debitori nelle transazioni commerciali. Migliorano infatti la disponibilità da parte dei debitori a includere nei contratti di fornitura gli interessi di mora e il risarcimento per i costi di recupero, in caso di ritardato pagamento e l’inclinazione a riconoscere le cessioni di credito, così come una maggiore trasparenza e disponibilità a comunicare.

La riforma europea del Late Payment Regulation

I dati si inseriscono nel dibattito sulla revisione della Direttiva europea contro i ritardi di pagamento. Per Assifact, l’idea di vincolare l’autonomia contrattuale delle imprese nella definizione dei termini di credito commerciale attraverso l’imposizione di limiti stringenti (30 giorni) non è un sistema efficace per eliminare i ritardi di pagamento. Il ‘Late Payment Regulation’ dovrà tenere invece in considerazione la necessità di assicurare flessibilità nei rapporti di credito commerciale fra le imprese e garantire la cedibilità dei crediti contrastando norme e clausole che ne ostacolano lo smobilizzo. Inoltre l’associazione invoca l’introduzione di strumenti di “educazione” sia del debitore, stimolando correttezza nelle relazioni commerciali, che del fornitore, agevolandolo nella conoscenza degli strumenti – come il factoring – che possono supportarlo nell’incasso dei crediti e nell’accesso al credito.